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Fattura proforma: perchè, come e quando usarla

di Sara Adami

Tirando le somme, quindi, potremmo dire che a ogni fattura corrisponde un pagamento. Giusto? Sbagliato. C’è un’eccezione, infatti: la fattura proforma. Questo documento non possiede valore fiscale ma rappresenta soltanto una anticipazione, una anteprima dell’originale che verrà emessa in seguito. Per questo ha una numerazione propria e indipendente e non segue quella delle normali fatture.

Chi utilizza questo documento?

Non le aziende ma i professionisti, i quali possono in questo modo posticipare il pagamento dell’Iva fino a quando il cliente non avrà a sua volta liquidato il corrispettivo, motivo per cui va sempre riportata la dicitura “Non costituisce fattura ai fini IVA”. Così facendo il professionista non anticipa l’Iva all’erario fino a che non viene davvero pagato dal cliente. La fattura proforma viene utilizzata anche in caso di transazioni con l’estero per permettere al cliente di ottenere contratti di credito con gli istituti bancari.

La fattura proforma assomiglia in tutto e per tutto a una fattura classica: le uniche difformità che la caratterizzano sono la diversa numerazione e l’indicazione esplicita della sua natura. Un documento senza valenza fiscale ma fondamentale in quanto facsimile sia per dimostrare l’avvenuta prestazione di servizio sia come attestato di presunzione di fatturazione in caso di controlli. La funzione principale di questo documento, infatti, è di comunicare al cliente il riepilogo dei servizi resi con il loro costo, ma è indubbiamente utile anche in caso di errori o variazioni, visto il suo carattere non fiscale. Per questo non è determinante e non genera alcun obbligo anche nei conteggi dei ricavi. L’unico dovere, infatti, scatta nel momento in cui il pagamento viene ricevuto, circostanza in cui il professionista è tenuto ad emettere subito la fattura originale.

La fattura pro forma viene usata soprattutto in due casi:

  • per il pagamento anticipato, quando si spedisce la merce a un cliente che ha già liquidato (esempio: il cliente può verificare prezzi e quantità dell’ordine prima di emettere il pagamento)
  • per il libero professionista, quando è necessario emettere una parcella che attesti l’esecuzione della prestazione senza l’accollo gli oneri della tassazione sui ricavi e del pagamento dell’IVA (esempio: un commercialista esegue una prestazione. Se emettesse la fattura a dicembre dovrebbe farsi carico del pagamento delle tasse in Gennaio e si accollerebbe la tassazione rispetto all’anno in corso anche nel caso in cui il pagamento avvenisse nell’anno successivo).

La normativa, quindi, offre un grande vantaggio in termini finanziari a tutti coloro che vogliono emettere un documento valido ma non fiscale: in questi casi la fattura proforma è la giusta soluzione!

Articolo originale al link: MagicInvoice

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