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Francesco

Una volta mi hai chiesto di sposarti. Sei stato il primo e non ero preparata, avevi bevuto troppo e non c’erano anelli a portata di mano, mi hai dato il cerchietto di plastica di un tappo tanto per ridere, poi abbiamo guardato i fuochi dalla collina.

Ma le notti più lunghe le abbiamo passate fumando sul terrazzino di quell’appartamento sghangherato, io ero una bambina arrabbiata e tu un pezzo di pane lontano da tutto, che quando sei tornato a casa abbiamo pianto insieme e mai più lasciati.

Una volta abbiamo litigato, ti eri sposato e non sapevo neanche fossi fidanzato. Una volta stavi per fare un passo così sbagliato e ti ho fermato. Una volta volevi far aprire la piscina a gennaio, poi ce ne siamo andati in giro con la tua auto tutta rotta, che con le auto sei sempre stato un disastro.

Cento volte mi hai mandato le foto dalla piscina, con le bambine sorridenti. Cento volte mi hai mostrato cos’era una famiglia, cos’era la ciccia alla brace, cos’erano le colline senza Firenze, com’era cambiare di nuovo lavoro, donna, casa e avere il cuore pulito come fosse la prima volta.

Mille volte abbiamo riso del tuo ridere, sempre a voce alta, come la verità. Mille volte sei andato e tornato, io da te.

Ci siamo conosciuti a casa di Warmo. Karto. Branko. Era una settimana che pensavo di chiamarti e chiederti come diamine si chiamava quel cretino del quale mi ero invaghita che viveva con te, che poi lui non so dov’è andato e siamo rimasti noi, in tutti questi vent’anni e più.

Era una settimana che pensavo di chiamarti ma non importa, rimarremo.

One Comment

  1. Gioia

    7 Marzo 2017 at 10:14

    Che bello…

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