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La tecnologia intelligente del futuro

di Sara Adami 

futuro

Vi ho lasciato una settimana appesi al filo della curiosità e ora è arrivato il momento di svelarvi ciò di cui parlavo qui: vi ho raccontato di Google, delle chiusure anticipate dei suoi prodotti e di qualche innovazione che il colosso di Mountain View ha fatto partire senza grandi avvisi.

Allora, andate sul motore di ricerca e digitate una domanda tipo “quanti anni ha Napolitano“. fffatto? Come avrete potuto notare Google è stato in grado di comprendere la vostra domanda implicita (ossia la data di nascita di Napolitano) e vi ha dato il risultato esatto. In qualche modo ora il motore di ricerca ha un atteggiamento cognitivo, non più solo query ma anche comprensione della richiesta. Insomma, Google sarà anche un po’ cattivo nel chiudere i suoi servizi, ma è così intelligente che non si può non amarlo.

Parlando di intelligenza e di innovazione non posso non parlarvi del Research@Intel: si è infatti appena svolta la grandiosa kermesse tecnologica di San Francisco che si occupa di farci sbirciare nel futuro. Organizzata dal gigante dei microprocessori, la manifestazione tratta da vicino il matrimonio tra hi-tech e smart, mostrandoci quello che (probabilmente) accadrà nel 2020. Al supermercato lo scaffale sarà in grado di riconoscerci, ci mostrerà i nostri prodotti preferiti e quelli che è meglio evitare perché contengono quell’ingrediente a cui siamo allergici. Saprà persino consigliare il giusto vino in abbinamento ai cibi. Intelligenza del processo abbinata alle informazioni che contengono il nostro bagaglio personale: non basta che l’internet delle cose segua un corso tecnologico, ma dovrà saper interagire anche con i nostri personal data, lasciando indietro gli ormai vecchi big data.

Per esempio, l’automobile controllerà il nostro stato di allerta. Niente cellulare e niente occhi stanchi, perché il veicolo sarà in grado di vegliare su di noi e rimproverarci emettendo un suono. E la casa? Sarà abbastanza intelligente da preparare il caffè dopo la sveglia. Anche le città saranno sempre più smart: strumenti, servizi, anche in Italia si sta lavorando per ottimizzare il best practice. Lo dimostra lo Smart City Index Between, il progetto attivo da dieci anni che si occupa di monitorare e migliorare i livelli della diffusione dell’ICT (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Insomma, i ricercatori assicurano che da qui a dieci anni al massimo le nostra vita sarà più facile e ricca di innovazione.

Dai chip al software, per arrivare alla user experience. Internet diventerà l’intranet delle cose, ossia la rete che racchiude le informazioni di ognuno di noi e le protegge usandole. Niente effetti speciali, niente dispositivi ultra tecnologici. Quello che ci attende nel futuro è una tecnologia che ci assomiglia, più intelligente ma anche quasi umana.

 

Articolo originale al link: Lab13

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