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Ragogna

Per prima cosa si vedeva il terrazzino. Lo avevano appiccicato al muro dello stabile, era così piccolo e inutile, perfetto. La salita che allora sembrava infinita, le curve e le colline, poi arrivavi e vedevi il terrazzino, rudere come noi. Con il tempo ho imparato a cogliere sempre e solo le cose inutili, quelle che voi scartate e io accolgo.

Giù era buio, i tavoli quadrati, gli specchi decorati alle pareti. Come abbiamo fatto? Non ho neanche un fotogramma di qualcuno dietro al bancone, neanche uno. Come abbiamo fatto? Ricordo solo mio fratello che ride, i ricci di mia madre, le tende fatte di lenzuola, il buco della serratura.

C’era anche un cane dietro a una rete, non ricordo che nome avesse. E poi c’era Jessica, capelli corvini e occhi di ghiaccio, c’era Jessica che era già bellissima prima del tempo e c’ero io, pietra tale e quale a oggi. Jessica è stata la seconda donna a tradirmi, la prima a dimenticarmi.

Nella cucina c’erano il tavolo, la panca intagliata e la tristezza. Me la ricordo solo io, che sono costretta a ricordare tutto.

 

di Sara Adami

2 Comments

  1. Gioia

    1 Luglio 2015 at 13:37

    E’ il nostro karma.
    Che bello leggerti…

    1. admin

      13 Luglio 2015 at 16:23

      fortunate oppure no, cosa importa.
      (ci sono sempre, anche io, ti leggo sempre)

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