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Regola n. 1: Se non sei Social sei fuori.

di Sara Adami

 

Nel 90% dei casi chi utilizza internet ha un profilo Social, e il 70% di questi utenti è attivo online. E’ evidente che questi numeri dimostrano come le abitudini sociali si siano modificate e adeguate allo stile della nostra vita: aggiornare il proprio status, twittare, tenere d’occhio i profili amici, questi gesti sono diventati naturali, perfettamente inseriti nelle nostre giornate.

Molte aziende si sono occupate di quantificare i numeri relativi ai social network, attraverso studi e relazioni: che il fenomeno Social sia radicato profondamente nelle nostre giornate è ormai chiaro a tutti, ma quanto? Proviamo a fare una carrellata di dati raccolti da chi ha provato a dare i numeri, le sorprese non mancheranno.

Il team di GoGlobe ha messo insieme le informazioni e fornito le statistiche relative ai risultati: dal loro studio risulta che Twitter cinguetta 750 volte al secondo, che ogni mese vengono aperti 3 milioni di blog (in gran parte destinati a essere abbandonati) e che ogni giorno 5 milioni di immagini vengono catturate da Instagram. Il dato più grave rilevato da questa ricerca è che almeno il 25% di chi utilizza Facebook non è preoccupato della privacy del proprio profilo, probabilmente perchè non conosce i possibili rischi legati alle informazioni sensibili che ogni account contiene. Fondamentale è imparare a utilizzare al meglio le impostazioni dedicate.

Anche alla GlobalWebIndex hanno conteggiato e calcolato, e lo staff ha scoperto che la grande diffusione di Facebook è stata aiutata dal boom degli smartphone/tablet (più del 50% si collega via mobile). Inaspettato il risultato relativo a Google+ che ha superato i 400 milioni di utenti nel mondo, passando da 10 a 400 in poco più di un anno, un quarto dei quali attivi mensilmente. In Italia, che spesso viaggia controcorrente, gli utenti che utilizzano questo social sono meno di 4 milioni, e solo un milione sono attivi.

In tutti questi calcoli va detto che il fenomeno del lurker è in netta crescita: se qualche anno fa si leggevano tanti blog e non si commentava mai, ora l’abitudine di passare a fare un giro sui profili dei propri amici ma senza creare contenuti sul proprio è una pratica molto diffusa. E infatti superano i 190 milioni gli account Facebook e i 250 milioni quelli Twitter che ogni mese non hanno niente da dire.

Condivisioni di link e immagini sono il must assoluto, mentre la produzione di contenuti propri zoppica.

Dalla Edison Research arrivano i dati meno aspettati: la fascia di età in netta crescita nei social media è quella che va dai 45 ai 54 anni, e più della metà di loro ha un profilo social. Gli over 55, invece, sono i meno presenti sul web, sebbene 3 persone su 10 ci sembra un buon risultato.

E cosa dire di Foursquare? I dati americani dimostrano che l’anno scorso solo il 4% degli intervistati ha usato questo strumento, simbolo che la formula “fai un check in in questo posto e accumuli punti / vinci un premio / acquisti a prezzi scontati” non è vincente per gli utenti: bisogna escogitare un rilancio migliore. Non stupisce, invece, che Facebook sia il social network che crea più dipendenza, con 4 accessi al giorno di media.

Insomma, tutti questi dati confermano che l’impatto dei social network sulle nostre vite, sugli acquisti che facciamo, sulle nostre abitudini e sulla condivisione delle nostre preferenze è molto alto. E chi non ne tiene conto è fuooori!

Source Image: MagillaGuerrilla

 

Articolo originale al link: Magellano

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