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Requisiti e condizioni del regime dei nuovi minimi

di Sara Adami

Alla luce di quanto abbiamo detto nel post precedente è evidente che il regime dei nuovi minimi corrisponda a una scelta interessante per chi desidera abbattere i costi amministrativi e usufruire di una tassazione ridotta. Le condizioni per rientrare in questo ordinamento, come dicevamo, sono chiare tanto quanto lo sono le limitazioni che negano l’accesso al regime.

Si è esclusi se:

  • non si ha residenza
  • si opera nell’editoria, nelle agenzie di viaggio, nell’agricoltura, nella pesca, etc. (considerate attività a regime speciale Iva)
  • si partecipa in società (di professionisti, di persone, o a responsabilità limitata in trasparenza fiscale)
  • si lavora nella cessione di immobili e di terreni edificabili (intracomunitarie mezzi di trasporto nuovi)

Oltre ai requisiti che abbiamo già elencato nel post precedente, ci sono altre condizioni da rispettare per conservare la propria posizione all’interno dell’ordinamento agevolato:

  • non bisogna aver effettuato acquisti di beni strumentali superiori a 15.000 euro
  • non bisogna aver effettuato cessioni all’esportazione
  • non bisogna aver trasferito la residenza all’estero nel corso del suddetto periodo
  • non bisogna aver sostenuto spese per lavoratori (progetto, dipendenti o co.co.co.) né aver pagato compensi ad associati

La permanenza nel regime dei nuovi minimi, quindi, avviene per i 5 anni prestabiliti se si conservano le condizioni iniziali: nel caso in cui una di queste limitazioni non venisse rispettata si incorrerà nella fuoriuscita dal regime. Ad esempio nel caso in cui ricavi o compensi superino i 30 mila euro ma rientrino nei 45 mila l’esclusione avverrà a partire dall’esercizio successivo, mentre se dovessero oltrepassare anche questa soglia il passaggio automatico sarà relativo all’esercizio in corso (retroattivo al primo gennaio).

Deduzioni e detrazioni

Anche per quanto riguarda deduzioni e detrazioni le regole sono diverse:

  • non c’è processo di ammortamento: i costi concorrono per intero nell’anno in cui avviene il pagamento
  • le spese a deducibilità limitata e per i beni ad uso promiscuo subiscono la detrazione in misura del 50% (come telefono e spese auto)
  • per le spese di vitto e alloggio si rileva l’intero importo pagato (qualora inerente all’attività)
  • i costi per l’acquisto di merci sono imputati al periodo di imposta del pagamento
  • la plusvalenza non è rateizzabile ed è pari al corrispettivo della cessione dei beni strumentali
  • i contributi previdenziali sono deducibili

Spese di rappresentanza

Le spese di rappresentanza, invece, prevedono il limite di 1,3% dei ricavi per il reddito di impresa e di 1% dei compensi per il reddito di lavoro e quindi tutto resta come nei regimi ordinari.
Come dicevamo nel post precedente, i nuovi requisiti prevedono che il regime dei minimi sia pensato sia per i giovani che per chi vuole ripartire dopo aver perso il lavoro: la novità interessante è che l’ordinamento è diventato esente dal vincolo dell’età e perciò anche un sessantenne può godere delle agevolazioni se ha cominciato un lavoro autonomo nel 2012 e se nei tre anni precedenti non aveva svolto attività in Partita Iva oppure come dipendente o collaboratore.

 

Articolo originale al link: MagicInvoice

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