di Sara Adami
Il giorno in cui ti ho aspettato c’era la neve. C’era, o avrebbe dovuto esserci.
C’era il suonatore, all’angolo della fantasia, con la sua musica sprovvista di balli. E, nella recente memoria, c’era quel ballo senza note ma pieno di melodia.
Di quel giorno ricordo la tua posa: posi la posata, prepari un nido, ti affanni nei miei occhi. Ricordo le tende scostate dall’urgenza, il pesce crudo sul cuore cotto. Le nuvole commosse.
Ricordo lo scorrere pesante dei minuti, come una pizza maldigerita. Poi il tempo sembrò essersi arso, e con lui le paure. La tenerezza ci rimase impigliata come peli di cane tra le trame di un giaccone.
Ricordo che mi sono svegliata. Assomigliava a un sogno.
laflauta
'rco giuda. Bellissimo.