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Startup, l’Italia guarda e impara

di Sara Adami

 

La scorsa settimana il mondo startup si è dato appuntamento a Milano allo StartuParty: il 12 Novembre hanno preso parte all’evento circa un migliaio di persone tra startupper o aspiranti tali, potenziali investitori, addetti ai lavori, giornalisti e semplici curiosi, incuriositi dal format informale della festa. Sebbene si tratti di “mondo online”, nell’ecosistema degli startuppers c’è molto interesse verso i momenti di incontro e confronto perchè è lì che avvengono scouting e pitching.

La manifestazione, giunta al suo quarto appuntamento, è un vero esempio di business networking e riscontra il favore del pubblico perchè unisce il piacere del party a quello dell’approfondimento delle realtà italiane in questo settore.

A StartuParty ci si può iscrivere per far conoscere il proprio progetto, e se si arriva tra le cinque piattaforme selezionate si partecipa al Road55, il preparty autopromozionale: quest’anno a vincere è stato wpXtreme, un innovativo marketplace di plugin per wp, premiato dal pubblico presente. Questo momento di aggregazione è tra i più importanti di StartuParty perchè permette di farsi notare e di poter essere scelti per partecipare a SeedCamp, la maggiore competizione europea per startup.

StartuParty di fatto apriva i battenti alla GEW 2012 (Global Entrepreneurship Week), la settimana mondiale dell’imprenditoria, e anche lì i temi principali sono stati innovazione e startup.

Gli eventi italiani non sono finiti: a Genova anche gli Indigeni Digitali si sono ritrovati per parlare di giovani imprese del mondo del web, sponsorizzati dalla Camelot Biomedical System e da Google, tanto per capire l’importanza dell’iniziativa. Questo gruppo ha come obiettivo la diffusione della cultura digitale e in questo secondo incontro ha dimostrato di saperlo fare con competenza: capitanati dall’ingegnere del Silicon Valley Study Tour, Paolo Marenco, i partecipanti all’aperitivo hanno parlato dei progetti coinvolti nell’iniziativa. Dagli Erzelli, progetto di sviluppo del Genova High Tech che vuole uno spazio dedicato alle startup nel polo tecnologico, a Zenfeed, l’evoluto aggregatore di feed rss che seleziona preferenze e notizie in base agli interessi dell’utente, e che ha vinto lo Startup Weekend a Bari. E poi ancora Free Fu Tool, il quaderno per appunti che viene distribuito gratuitamente agli universitari e contiene offerte promozionali delle aziende che si offrono come sponsor, oppure Ulook, la vetrina virtuale che ti permette di provare vestiti come in un camerino selezionandoli dal computer di casa, e tanti altri ancora.

E’ ormai chiaro l’interesse del mondo verso la rivoluzione che le startup vogliono portare, ed è la community Startup Genome a raccoglierne i dati in un report dedicato: 50 mila progetti analizzati dai quali si evincono gli ecosistemi più attivi del mondo. I primi tre sono Silicon Valley, Tel Aviv e Los Angeles: l’Europa è presente con una sola location nei primi dieci posti  (Londra, settima), mentre la prima città italiana presente è Milano, nei top 40. Il report fornisce indicazioni migliorative per chi vuole avvicinarsi a questo mondo ma anche a chi già ne fa parte, una sorta di esame approfondito per capire le linee guida del successo di una startup (a sua volta Genome è una startup che, partita dall’Università di Standford, è arrivata alla Silicon Valley). La società industriale di un tempo lascia spazio alla società dell’informazione di oggi.

Stavolta l’Italia non resta solo a guardare ma muove qualche passo: il ministro Passera ha sbloccato i fondi e presentato il Decreto Crescita 2.0, riduzioni degli oneri amministrativi e finanziamenti dedicati a chi voglia fare startup. Soddisfazione da parte dell’Osservatorio Startup del Politecnico di Milano, che riconosce la positività del cambiamento soprattutto visto come primo passo importante dopo la New Economy.

Il fermento è positivo, attendiamo l’espansione del mercato italiano e l’aumento degli investitori per considerarci al passo con i tempi.

 

Articolo originale al link: Lab13

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