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Vita in ufficio: il backup

di Sara Adami 

solitariolungaOcchei io sono tornata, e voi?! Prima mi è venuta in mente questa cosa che tornare si dice back, e il caso vuole che proprio oggi io abbia deciso di parlarvi di backup. Ho un futuro come umorista? Volete già tornare in vacanza? Perdonatemi. Se invece siete dei malinconici e la vita in ufficio in qualche modo vi mancava, ecco il post perfetto per voi: sto per raccontarvi tutti i segreti per essere felici in ufficio senza dover far fuori il/la collega che-sa-tutto.

Parliamo di backup, appunto. Una volta c’erano i floppy, gli zip, le chiavette e gli hard disk esterni. Ma la tecnologia corre più del treno dei desideri e l’importanza dei dispositivi di memoria è ormai riconosciuta: niente più backup stipati in archivi fisici, materiali, niente più apparecchiature che sono meccanicamente soggette a usura, e soprattutto niente più trolley per poterli trasportare in giro. Oggi il backup deve essere portabile e portatile, deve seguirci come un segugio in ogni luogo: esattamente come accade per i programmi di gestione di contabilità aziendale (ricordatevi di richiedere maggiori informazioni a proposito di Magic Invoice, la soluzione in versione free o premium firmata Lab13 che propone contabilità a costo zero, nessuna installazione e lavoro in mobilità), il futuro ma anche il presente del backup è in movimento.

Non ha senso tenere le foto del cane sul computer fisso a casa se non potete mostrarle ai parenti (e da qui nasce l’esigenza della social condivisione, immagino), ma ha molto senso se le vostre foto abitano sui drive remoti, enormi dischi stipati di dati e collocati everywhere. I cloudDropbox e Google Drive offrono questo servizio in modalità sia gratuita che a pagamento, entrambe ottime. Quale scegliere per il proprio backup? Ecco alcune caratteristiche di entrambi, a voi la scelta.

Dropbox è probabilmente il servizio più famoso: un semplice software che crea una cartella in locale nella quale inserire i file da copiare. In tempo reale il contenuto della cartella viene sincronizzato in remoto e l’utente può averlo a disposizione su ogni computer abilitato. Facile, veloce e sicuro. Meno rapido sembra essere Google Drive, che però offre la possibilità di lavorare su documenti condivisi in tempo reale da computer diversi: ottimo per chi lavora in gruppo e a distanza. La mia scelta? Entrambi, usati assieme. Il primo è immediato e insostituibile, il secondo mi è stato utilissimo in collaborazioni a più mani.

Detto così sembra tutto semplice e immediato: dati a portata di mano, niente più hard disk che si rompe perdendo tutto, facilità d’uso. Una piccola cosa negativa in fondo c’è, non posso nascondervelo. E se Dropbox dovesse esplodere nella notte? E se Google dovesse fallire? Niente è impossibile, quindi vi consiglio di tenere una seconda copia in locale: i dischi esterni costano sempre meno e eseguono tutto da soli. Ma sappiate che se queste due aziende dovessero crollare allora potremmo direttamente chiudere tutto l’internet.

Source Image: Imli

 

Articolo originale al link: Lab13

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