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Alle due e mezza

di Sara Adami

 

Sono uscito e c’era il sole, tutto intero.
Sapevo che non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarmi, e non mi ha fatto male al cuore.
Alle mani. Un po’ alle mani m’ha fatto male. Le borse erano piene dell’apatia accumulata in questi tre anni, così pesanti da far fatica a trascinarle (le borse). Così banali da far fatica a ripensarci (gli anni).
Però ridevo, perchè sentivo un dolore. Ho passato tre anni in cui non ho sentito, non ho percepito, non ho assaporato, non ho. Ho mangiato quando me lo dicevano, ho fatto la doccia quando me lo dicevano, ho guardato le iene, il martedì.
Per tre anni.
La cosa buona è che in questo tempo non ho avuto nemici, ma nemmeno amici. Gli sconosciuti che ti mangiano accanto hanno la tua stessa faccia, le stesse piaghe. E’ per questo che nel tempo di una sigaretta si è tutti conoscenti, in prigione.
La cosa cattiva, invece, è che in una stupida mezzora ho buttato tre anni della mia vita, o forse tutti e ventisette.
Ma poi oggi sono uscito, erano le due e mezza e c’era il sole, tutto intero, senza sbarre.
Che io non ci pensavo più che alle due e mezza c’è il sole, nel mondo. In prigione no. In prigione alle due e mezza puoi telefonare, il giovedì, e puoi pensare, tutti i giorni (ma, con così poca vita da vivere, ci sono anche così pochi pensieri, alle due e mezza.).
Sapevo che non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarmi, anche perchè la prigione è a cento chilometri da casa, e a dire il vero non so nemmeno se mamma c’è mai stata, a cento chilometri da casa.
Papà sì. Papà è scappato che non so neanche quando, ma quasi capisco il perchè.
Mamma no. Mamma non l’ha ancora capito.
Sapevo che non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarmi, così ho trascinato la mia libertà e le mie borse pesanti fino alla stazione. Le due e mezza erano ormai passate, camminando verso il binario 2. Sono salito sul treno per tornare a casa, con le mani vuote e gli occhi colmi di speranza. E quella è tutta mia, non l’ho rubata a nessuno.

9 Comments

  1. papoff

    26 Ottobre 2009 at 18:17

    e non è nemmeno facile non farsela rubare, la speranza.
    e mica solo in prigione.

  2. cliste

    29 Ottobre 2009 at 10:30

    non so se commuovermi o darmi del pirla. che come fai pensare te…

  3. anonimo

    29 Ottobre 2009 at 12:03

    carino, come racconto, quasi gentile e romantico, dove romantico sta per delicato e sentimentale. Il galeotto con spirito puro, quasi vittima, quasi buono, perenne preda di chissà quale passato e di chissà quali errori. Ma "in una stupida mezz’ora" sai quanto dolore si riesce a causare? sai quanti orrori si riescono a compiere? La speranza, lui dice, è tutta sua e non l’ha rubata a nessuno. Ma per chi è stata vittima di quella stupida mezz’ora forse proprio quella è la cosa che è stata rubata.
    I buoni sentimenti che traboccano da questo post stonano con le azioni che sono state compiute e che hanno portato alla galera. Forse (indubbiamente) sono in torto io, ma per me chi è cattivo rimane tale. Senza se e senza ma. La redenzione non esiste. L’animo umano non si cambia, è come il dna: quello hai e quello sei.

  4. searching

    29 Ottobre 2009 at 16:51

    papoff : e non è facile credere di nuovo.

    delizia : 😛

    cliste : ehm. che bel commento, francè. grazie.

    spleen : intanto ti ringrazio per le parole carine che hai usato. delicato mi piace molto.
    e poi rispondo al resto.
    lungi da me raccontare la storia di un assassino o di uno stupratore, di un maniaco o di un folle pedofilo, con questo post. io ho raccontato (o meglio, romanzato) la storiella di un ragazzo incontrato sul binario di una stazione, un ragazzo che ha avuto poco dalla vita e ha perso tutto, più volte, per errori suoi ma non solo.
    i buoni sentimenti che leggi qui sono semplicemente la faccia opposta di quella che siamo abituati ad ascoltare, ma non per questo io sono biancaneve con gli occhi ricoperti di miele.
    poi ognuno a casa propria pensa ciò che vuole, ci mancherebbe, ma secondo me la redenzione esiste eccome, altrimenti io stessa non avrei più a che fare con tre quarti delle persone che conosco.

  5. silice

    2 Novembre 2009 at 22:28

    Lo sai che ti leggo vero? ti leggo sempre e resto senza parole perchè le storie come le racconti tu mi lasciano senza parole, mi lasciano muta con i miei pensieri.
    Ne conosco uno di ragazzo e volevo farne anche un post, che ha fatto questa fine solo che  lui è appena entrato. l’ho guardato negli occhi tante volte e continuo a pensare, sono convinta, che non è cattivo si è trovato in una vita  sbagliata e forse non ne verrà mai fuori ma  io voglio credere che  ci saranno giorni migliori anche per lui.

  6. strahad

    3 Novembre 2009 at 17:44

    Se leggesse quello che hai scritto, sarebbe felice di aver lasciato un po’ della sua vita nelle tue mani, su quel binario.

  7. searching

    24 Novembre 2009 at 17:26

    silice : sono molto contenta. perchè hai sentito esattamente quello che volevo dire.
    (anche io ti leggo sempre, darling)

    strahad
    : non c’è binario in cui non ci sia anche tu.

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