(visto che splinder funziona a suo piacimento…) sabato 18 febbraio, mattina, ore 9.40 Ho ancora addosso il trucco ed i vestiti di ieri sera. Dentro, un escavatore si occupa del suo lavoro asportando le parti bacate della polpa dello stomaco, come fosse un frutto guasto, come se provasse a privarlo delle parti malate e segnate,..

(Non vuol dire niente). Se a pranzo abbiamo passato mezzora a guardare cataloghi di vestiti da sposa. Un matrimonio importante all’anno, per il momento. (Non vuol dire niente). Se continuo nell’attenta trascrizione degli sms, nonostante tutto. Se mi commuovo nel leggere un non troppo lontano “mi manchi”. (Non vuol dire niente). Se continuo a chiedere..

Diventai grande in un tempo piccolo / Mi buttai dal letto per sentirmi libero / Vestendomi in fretta per non fare caso / A tutto quello che avrei lasciato / Scesi per la strada e mi mischiai al trafficoRotolai in salita come fossi magico / Toccando terra e rimanendo in bilico / Diventai un albero..

Siccome tutta questa situazione relativa al lavoro non rasentava a sufficienza il ridicolo, dopo nove giorni di nondormire nonmangiare nonparlare litigare staremale valutare inventarsi e via dicendo, stamattina lo scemo del villaggio (e questo e’ il modo meno forte e crudele di descriverlo che mi viene in mente) mi ha candidamente detto che ha cambiato..

“Se hai voglia di piangere fallo pure.” Si. Piango. Piango ad ogni distacco, ai “ciao ciao ciao ao” alla fine delle telefonate, ogni volta che guardo la sagoma dell’auto allontanarsi. Come se ogni volta fosse per sempre. Ma non solo. Piango perche’ a volte riesco a soffiar via la tristezza e l’inquietudine solo per riuscire..