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Favola della domenica

di Sara Adami

 

Non c’era verso che non mi addormentassi. Il viaggio era breve ma, alla vista delle prime colline, il peso dei desideri mi chiudeva gli occhi in un rituale di speranzoso riposo dei giusti.
C’erano solo tre possibili sottofondi musicali. L’automobile aveva sempre lo stesso ordine, lo stesso odore di caotica precisione incontrollabile. C’erano le parole sospese, quelle che volevano non aver capito. C’erano le borse con la frutta, al ritorno, che gettavano secchi di colore sopra a queste retoriche domeniche.
Ed in mezzo c’eravamo noi, mutilati. Tre quarti di un intero.
Ho sempre creduto di poterti vedere l’anima, stando seduta dietro alla tua schiena.
Alzavo lo sguardo e controllavo con agitazione se l’alone riflesso nello specchietto era ancora sulla tua testa, sempre nella stessa posizione, qualche centimetro sopra ed intorno. In qualche modo ero certa che una sorta di protezione ti avrebbe rincorso e trovato e difeso e salvato, ogni volta che avresti sbagliato di nuovo.
In qualche modo, e per qualche futile motivo, ero certa di essere io.
Ho sempre creduto di poterti vedere l’anima. E’ questo che non mi permette di lasciarti andare.

16 Comments

  1. anonimo

    7 Novembre 2008 at 15:19

    brividi… di poesia
    Vi.
    ps: anche di freddo, ma quello è il tempo e, probabilmente, l’influenza entrante…

  2. anonimo

    7 Novembre 2008 at 17:32

    Se riuscita a scrivere qualche cosa di bello in cui riesco anche ad attribuire un significato del tutto personale.
    Complimenti!

    asadman

  3. PAPPINA

    8 Novembre 2008 at 15:30

    Non sono morto, e così…

  4. chirieleison

    8 Novembre 2008 at 19:15

    toglietemi tutto ma non la mia anima…
    scherzo ovviammente e comunque è molto bello ciò che hai scritto.

  5. Pillow

    10 Novembre 2008 at 09:23

    la mia è patinata.

  6. isocci

    10 Novembre 2008 at 15:23

    Io son scemo e questo tipo di post non riesco mai a capirli…devo leggerli e rileggerli…e non li capisco.

  7. calmaapparentex

    10 Novembre 2008 at 17:25

    a volte non c’è nulla da capire, son sensazioni …
    ti abbraccio

  8. Thunderblue

    12 Novembre 2008 at 11:02

    Un compito impegnativo. Molto impegnativo.

  9. searching

    12 Novembre 2008 at 11:14

    Vi. : brividi di insofferenza, i miei.

    asadman : questa è una delle cose più belle che possono accadere a qualcuno che scrive.

    PAPPINA : lo sospettavo. vai e torni, vai e torni.

    chirieleison : diavolo che non sei altro 🙂

    Pillow : la mia spettinata.

    isocci : non sei scemo, sei diversamente intelligente 🙂

    calmaapparentex : c’e’ molto da capire, ed anche niente. è così.

    Thunderblue : le cose semplici le lasciamo agli altri.

  10. laflauta

    12 Novembre 2008 at 12:09

    mi piacerebbe dirti un sacco di cose.
    che già sai. ma le direi lo stesso.

  11. FreeFlight

    13 Novembre 2008 at 08:04

    credici,
    tu riesci a vederla quella cosa invisibile che è l’anima

  12. robertomazzuia

    13 Novembre 2008 at 11:53

    quoto asadman. di un bello che non ci credo. di un mio che non può essere…

  13. scarmic

    14 Novembre 2008 at 17:24

    C’è quella parola, “mutilati”, che rileggo e rileggo…

  14. Thunderblue

    16 Novembre 2008 at 16:58

    Già, altrimenti che gusto c’è?

  15. czedyo

    17 Novembre 2008 at 16:20

    Anche per me. Parole tue che significano per me. Già.

    Abbraccio

  16. searching

    18 Novembre 2008 at 10:47

    laflauta : ripetere le cose che uno già sa ha un che di biscotti appena sfornati.

    FreeFlight : mi hai commosso fin dove nemmeno posso dirti.

    robertomazzuia : ma davvero? ma che bello, ragazzi.

    scarmic : hai toccato la parola chiave di tutto il post. ha cercato di metterla più al centro che riuscivo. grazie per averlo notato.

    Thunderblue : gusto amaro.

    czedyo : parlo per voi, con voi.

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