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La camicia

Non sbottona mai la camicia. La sfila dal collo, con la maglietta sotto che si ingarbuglia e la foga dei vent’anni: il tempo perso lo ferisce come le occasioni mancate.

Con la stessa irruenza si nutre, non sapresti mai dire se si tratta di ingordigia o di un gesto annoiato, di quelli da fare in fretta così finiscono prima. Dev’essere per gli anni dedicati a sollecitare il cambiamento, dev’essere il bilancio dell’attesa che pende a dismisura.

Nel frattempo viaggia, a volte non guida, spesso va nella direzione opposta a quella dei desideri. Chissà se a ogni viaggio corrisponde un rito, chissà se decide in anticipo gli abiti da indossare per fare quella strada, quella gita, quell’incontro, se si sveglia ore prima del solito, se sente quelle cose nella pancia che non sono farfalle e non sono bruchi e non sono organi: sono vita. Chissà se i viaggi e gli incontri lo rendono impaziente come a tavola, se teme di precipitare nell’urgenza oppure ormai si è arreso alla carenza.

Chissà se stira la camicia all’ultimo, quella che poi resta abbottonata, chiusa come la paura.

2 Comments

  1. mauro

    5 Gennaio 2017 at 18:01

    … è così bello che vorrei essere io.

    1. admin

      12 Gennaio 2017 at 12:35

      forse é di chi vuole esserlo.

Rispondi a admin 

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