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La sedia rossa

di Sara Adami

 

La cosa che ricordo meglio è che avevamo i piedi piccoli e i sogni grandi.
C’era la moquette marrone, il giardino sassoso e il terrazzino sospeso nel nulla. Devo essermi ammalata di vertigini a quel tempo: non per il vuoto sotto al balcone, ma per la precarietà delle nostre fondamenta.
Però avevo te, cuore forte e occhi muti. Avevo la sedia rossa, la tenda fatta con le lenzuola e avevo te.
Vivevamo così addosso che non so se te lo ricordi, perchè non piangevamo e non dicevamo. Giocavamo. Mai con quello che ci regalavano. Giocavamo alla maestra, per insegnarti. E alla mamma, per proteggerti. Giocavamo con quei giochi fatti di niente che solo i bambini sanno inventare.
Poi è arrivata una sedia per te. Che non solo era di plastica e non di legno come la mia, ma era gialla, e tu odiavi il giallo. Allora litigavamo e la sedia rossa diventava tua e poi era mia e facevamo a gara e io vincevo perchè fuori ero più forte, ma dentro lo eri tu. La sedia rossa, in qualche modo, era diventata il simbolo della nostra dolce discordia, noi che con la discordia eravamo stati nutriti, il simbolo di chi vince e di chi perde.
La sedia rossa era il simbolo di me e te, soli ma insieme, nella gioia e nel dolore.
Il mese scorso ho cambiato casa. Non ho portato nessuna bambola, fotografia o giocattolo, di quando eravamo bambini, non ho mai avuto niente che parli di quel tempo.
Però ho portato la sedia rossa, e le ho dato il posto che i nostri ricordi meritavano.

4 Comments

  1. s(qwe)rez

    26 Gennaio 2012 at 13:55

    (qui posso… indi per cui copio quanto già detto)
    Ho sempre amato il profumo dei ricordi. Di quello che resta e di quello che viene su a sprazzi.
    La cosa difficiltosa è raccontare. Condividere. Farne dono agli altri.
    Per questo motivo apprezzo e rispetto tantissimo chi riesce a farlo, con quel pizzico di invidia sana, che, a cullarla, ti fa capire che è possibile arrivare a confezionare qualcosa che è dono.
    Dono per te stesso e dono per gli altri.
    Dono che rende giustizia ai momenti passati.

  2. pitunpi

    9 Febbraio 2012 at 22:07

    Una sedia rossa, un cancello, un tetto, una strada. Ricordi belli, quasi sempre di bambino.

  3. PAO

    12 Maggio 2015 at 10:24

    oh, che cosa bellissima…
    il rovescio positivo dei traslochi: l’ondata melanconica e gioiosa di ricordi rispolverati

    ilcuoreinpasto.iobloggo.com

    1. admin

      14 Maggio 2015 at 09:36

      che cosa bellissima essere di nuovo qui. la sedia rossa, io, tu.

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