di Sara Adami
.non mi sono alzata non ti sei abbassato non spengo le luci dell’albero non mi lascio accendere non lo trovo giusto non mi trovi sbagliata non bevo l’acqua del rubinetto non bere vino rosso non parlo tramite le canzoni non comunico cantando non ho mangiato le mozzarelle non smetto di mangiarmi le mani non è la mia faccia non sai che ti schiaccia non piangi non mi far piangere non sono i miei piani non lavo quei panni non mi lasci raccontare non remare in quel mare non fa più freddo non fa più caldo non capisci non hai proprio capito non hai proprio capito.
(non è l’anno nuovo, cazzo. smettetela, non è l’anno nuovo, questo.)
a67941
Ciao buona notte, sono passato nel tuo blog e lò trovato interessante ,Mi piacerebbe se tu vuoi scambiare degli argomenti con te , un saluto Riz.
anonimo
C’è un bel libro di George Perec, “Specie di spazi” è il suo titolo.
E’ organizzato nei seguenti capitoli (vado a memoria):
– la pagina
– la camera
– la porta
– l’appartamento
– il mezzanino
– le scale
– il palazzo
– la strada
– la città
– la campagna che circonda la città
– il mondo
Parla di tutto tranne che dell’ultimo capitolo. “Il mondo” è un capitolo bianco. Negli altri capitoli commenta le possibilità offerte dai singoli tipi di spazio. Il finito e l'infinito della pagina, la camera come luogo di separazione ma anche di contenimento, la porta come via di fuga ma anche come soglia di accesso.
Tutto sommato, la trama del libro segna un percorso dall’interno verso l’esterno, dal silenzio al mondo, dal buio alla luce.
Che cosa voglio dire con questo?
Che se vuoi che qualcuno entri nella tua vita devi creare lo spazio per contenerlo.
(L)
Delizia
In effetti di nuovo non ha proprio niente.