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La tutela della privacy digitale

di Sara Adami

privacytwitter-anteprima-400x265-430156Sono su internet da quando la tua password era la tua data di nascita. Come lo so? Occhei, posso aver sbagliato, perchè se avevi un cane è probabile che la pw fosse il suo nome. Insomma, sono su internet da abbastanza tempo per far sì che cercare il mio nome significhi trovare almeno mezza della mia vita. E la privacy digitale? Dieci anni fa neanche ci si pensava, a come proteggersi online: da un po’ di tempo la gestione dei propri dati online è un argomento piuttosto hot, e non solo per i famosi telefoni sotto controllo da parte dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense di cui si parla in questi giorni. Come tutelarsi? Come scampare ai monitoraggi? Come state?

Dicevamo. Sono moltissimi i servizi che aiutano a proteggere i propri dati sensibili come diversi sono anche i trucchi per evitare la pubblicità o per navigare restando anonimi. Prima di tutto sappiate che esiste la fondazione Electronic Frontier Foundation, che da anni si occupa dei diritti di chi naviga online. Anche i ricercatori della Ku Leuven – iMinds hanno studiato e scoperto che sono molti i siti che tracciano gli utenti senza richiederne il consenso tramite device fingerprinting, ossia la raccolta delle informazioni sul dispositivo che usate per navigare. Una impronta digitale univoca. E proprio di questo si è occupato anche il gruppo di lavoro composto da Università Bicocca di Milano, Università degli Studi di Cagliari, ateneo polacco Naukowa, Akademicka Siec Komputerowa e dalla ditta svedese Netcelan Technologies: insieme hanno ottenuto un finanziamento europeo da 400mila euro per un progetto di sviluppo di un software che setacci Internet. Attendiamo sviluppi.

Nel frattempo, ecco un breve vademecum:

La prima cosa da sapere? Ridurre al minimo si può, cancellare non si può. A meno che non buttiate via smartphone e collegamento a internet.

Seconda regolaLa password. Esistono diversi siti in cui poter comprare codici che vengono poi salvati in cassette di sicurezza. Anche su iOS 7 di Apple esiste questo dispositivo, ossia un password generator che memorizza e produce i codici.

Terza regolaLa pubblicità. A ogni ricerca fatta su un negozio online vi ritrovate sommersi esattamente da quel paio di scarpe che cercavate? Ve lo vuol vendere Facebook, lo trovate su Gmail, dappertutto. E’ un disastro! Soprattutto perchè avevate deciso di non comprarle, ma così come potrete resistere? Usando Ghostery e imparando a proteggervi. Il servizio lavora bloccando questi script, semplicissimo.

Quarta regolaLa cronologia. Imparate a navigare in incognito (Chrome lo permette) per tutelare la vostra privacy.

Quinta regola. Criptate le e-mail. Alcune società, infatti, offrono servizi di anonimato sul web garantendo mail sicure. Neomailbox e Countermail si occupano di criptaggio di posta a pagamento per 100 euro all’anno. Messaggi che si autodistruggono? A me ricordano l’ispettore Gadget, ma Heml.is fa anche questo.

Certo, a pensarci bene è fantastico. I social network ci hanno insegnato a mettere in piazza le nostre vite, e ora reclamiamo privacy. Siamo meravigliosi, non trovate?!

Source Image: Blogosfere

 

Articolo originale al link: Magellano

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