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Altalena

di Sara Adami

 

E’ un uomo solo, e zoppica per farsi compagnia.
Nel tempo libero gira tra gli scaffali del supermercato, dove i ripiani ordinati e le offerte colorate hanno il profumo dell’abitudine, la sicurezza della monotonia. Mangia solo insalata, per sentirsi affamato ma vivo, trascorre le serate stirando perchè il vapore del ferro gli ricorda quello delle navi nel porto della sua infanzia.
Poi telefona ai figli e compra cinque minuti del loro tempo regalando una ricarica.
L’amore lo ha sfiorato un paio di volte, non abbastanza per ricordarne la consistenza ma fin troppo per impararne la lezione: la prima donna gli ha rubato il cuore, la seconda la macchina.
Vive vacillando nel ricordo di una dolorosa vecchia vicenda che ha segnato l’inizio della fine di questa malinconica storia, che lo ha reso traballante nel passo e nel cuore: all’improvviso era solo nel vicolo, imbracciando l’incasso della giornata. La disperazione di un ladruncolo vinse sulla forza dei suoi quarantanni, da quel momento le sue poche certezze cominciarono a vacillare come un’altalena: lentamente ma per sempre.
Il destino lo ha torturato, la fortuna lo ha rinnegato, la sua testarda ostinazione lo ha convinto ad attendere che il peggio passasse. Ormai ha quasi settantanni, gli occhi color burro e ancora attende: che il fato sia misericordioso, o, almeno, che non infierisca ancora a lungo.

2 Comments

  1. scultore

    20 Luglio 2010 at 11:23

    poetico, bello e profondo.

  2. scultore

    20 Luglio 2010 at 11:24

    poetico, bello e profondo …

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