Rivederlo.
Passare ore insieme e poi tifare per lui.
E rivedere al rallenty il lungo abbraccio di quando mi ha vista.
Ore trascorse in balia del suo sguardo. Costantemente su di me.
A cercare la mia approvazione.
E sentirlo anche parlare di lei.
E sorridere. E guardarlo.
E guardarlo.
E consolarlo.
E difenderlo.
E pensare.
Pensare a come e’ andata. Pensare a come va.
E a come dovrebbe andare.
Per lo meno riempio il tempo e la mente tra tornei e lavoro, aperitivi e conquiste, parole e nuove amicizie.
Poi certi pensieri ritornano, quelli che mi tengono sveglia tutta la notte, quelli che mi fanno credere che il bisogno d’amore e d’amare a volte toglie il fiato.
Pero’ poi mi basta un po’ di sole, una telefonata inaspettata, una risata in compagnia, un pranzo tra amici e non amici a prendere in giro i vicini di tavolo, per guardare tutto con occhi nuovi.
E basta anche un viaggio di settanta chilometri in autostrada con l’autista che rischia ogni cento metri di chiudere gli occhi ed addormentarsi (ma mai lo ammetterebbe) per rivalutare tutto e, tra le decine di discorsi tirati fuori per arrivare a destinazione interi, pensare che si puo’ cercare di essere felici.
rcl
Non credo sia possibile vedere con occhi nuovi, ma semplicemente, molto più semplicemente, credo che occorra accorgersi delle cose nel momento in cui accadono. E goderne. O soffrirne. Ma comunque, viverle pienamente, per quello che sono.
macca
In fondo, a volte (ma non TUTTE le volte), basta davvero poco.
Il tuo modo di scrivere oggi lo capisco benissimo, credimi.
Dovrei mandarti una canzone che si chiama “Nostalgia”…
Un abbraccio
Daniele
anonimo
Ma ti sono arrivate canzone e testo?
Dammi un cenno…
:-*