Go to top

Crowdfunding e networking

di Sara Adami 

crowdfunding

Ce l’hanno insegnato i Moschettieri di Dumas: in tre erano un bel gruppetto ma in quattro sono diventati imbattibili, “Uno per tutti, tutti per uno“. L’unione delle forze fa la forza anche in ambito lavorativo, come ho già detto anche nell’articolo della scorsa settimana riguardante gli spazi di Coworking. Pensiamo al Crowdfunding: tu segnali l’idea di un progetto che non puoi permetterti e chi è interessato contribuisce al fondo economico per realizzarlo. Crowd, folla, e funding, finanziamento, ossia il microcredito che arriva dalla massa. Io credo che questo sia uno dei metodi più intelligenti messi in piedi in questa era di network e di creatività aggregativa, perchè il crowdfunding è un sistema di finanziamento collettivo che permette alla meritocrazia di vincere sulla politica del favoritismi. I progetti possono essere divulgati tramite social network, la parola passa da una connessione all’altra e i fondi raccolti aumentano.

Anche in Italia questo fenomeno sta prendendo piede tramite piattaforme che diventano delle vere e proprie community virtuali che poi realizzano progetti e iniziative reali: nato nel 2006, il crowfounding è ora presente nel mondo con più di 450 piattaforme dedicate. Per farvi capire i numeri vi dirò solo che Kickstarter, il più famoso network di crowdfunding, ha finanziato 35 mila progetti in 4 anni di attività, e 20 di questi hanno superato il milione di dollari. Non male. Iniziative benefiche, civiche, private e innovative, qualsiasi sia il progetto per cui volete raccogliere fondi vi basterà trovare la giusta piattaforma tematica e il gioco è fatto (e per chi finanzia è importante sapere che le quote raccolte sono risarcite se i traguardi non vengono raggiunti nel periodo determinato).

In Italia ci sono così tante realtà di questo tipo che potremmo essere il primo Paese a regolamentare il crowdfunding con una legge stabilita dal decreto crescita 2.0: la modalità di accesso alla raccolta fondi, l’organizzazione e lo sviluppo saranno determinate dal testo del Ministero dello Sviluppo Economico in modo da rendere tutto più chiaro e sicuro. Di regolamentazione e non solo si è parlato al Torino Crowdfunding, l’evento che si è tenuto in aprile anche per battezzare l’Italian Crowdfunding Network, l’organizzazione che si offre di supportare queste piattaforme. Al momento sono 22 le realtà nazionali che si occupano di finanziamento collettivo, eccone alcune.

Kapipal è nato nel 2009 e si occupa di finanziamenti generici, un “sito per raccogliere soldi” in cui poter presentare i propri progetti personali, persino la lista nozze. Il portale più longevo è quello di Produzioni dal Basso, una realtà gratuita attiva dal 2005, DeRev si occupa di petizioni, raccolte firme e progetti per il benessere comune, mentre Musicraiser e Cineama si occupano di finanziare i professionisti del mondo della musica e del cinema. Eppela e Starteed nascono nel 2011: il primo si occupa di progetti innovativi in campo artistico e tecnologico (anche fumetto, design e moda), il secondo si appoggia alla Community di Starteed per supportare finanziariamente chi necessita di un aiuto pratico nelle fasi di vendita del proprio prodotto, anche direttamente sulla piattaforma. Per farla breve, “hai più pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola?” (cit.)

 

 

Source Image: Venturebeat

 

Articolo originale al link: Lab13

Lascia un commento 

Your email address will not be published. All fields are required.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.