di Sara Adami
Da alcune settimane il Signor Trenitalia ha modificato uno dei messaggi più importanti per chi viaggia sulle rotaie: la celebre frase che viene pronunciata dagli interfono poche centinaia di metri prima della fermata e dice “siamo in arrivo nella stazione di timbuctù” è diventata “prossima stazione: timbuctù“.
Riflettiamo. Perchè modificare l’annuncio, effettuare il cambio di registrazione su tutte le linee, occupare tempo e denaro di un’azienda non particolarmente florida ed efficiente, per giungere ad una differenza dialettica tanto banale? Non è che i sondaggi hanno dimostrato che “siamo in arrivo” è troppo confidenziale e poco realista, vista la quantità di volte in cui sono proprio le ultime decine di metri prima delle fermate a diventare interminabili?
UlisseIlViaggiatore
O forse perche’ l’arrivo annunciato non e’ mai come quello effettuato, dato che il risultato finale e’ quasi sempre dubbioso, specie con Trenitalia….
Delizia
Perchè è più facile cambiare le cose inutili?
Non farmi ricordare Trenitalia, non voglio. L’altro giorno guardavo i voli per l’Italia, mi era quasi venuta voglia di fare un weekend a casa..
Più che i costi proibitivi mi ha fermato il pensiero di dover prendere il treno.. Con le valigie, poi :S
laflauta
attenzione
allontanarsi dalla linea gialla
(povera me, che ci lavoro in fianco, alla stazione…)
anonimo
penso semplicemente perchè ora è più veritiero. A conti fatti avvisano quale sarà la prossima stazione senza dare l’illusione che si sia già in fase di arrivo.
anonimo
mmhh…il commento numero 4 era il mio ma mi ero dimenticato di firmarlo!
VJ
anonimo
solo una mente con una degenerazione patologica può comprenderne la sottile differenza.
sim
cptuncino
ehssi…il dove lo si sa, il quando è meno certo!
Thunderblue
Dai, almeno ti portano a destinazione. Una volta mica era così scontato.
czedyo
Quando cambieranno il neietezaucunobjetdalafenetre, io mi rifiuterò di salire sui treni!
Delirio… puro delirio…
searching
UlisseIlViaggiatore : si ma lo era anche prima! 🙂
Delizia : ecco, la tua versione dei fatti mi piace.
(valigie sui treni? uhhh, se sono abituata!)
laflauta : treno in transito al binario sei. attenzione. allontanarsi dalla linea gialla.
VJ : magia e realtà , insomma 🙂
sim : non so se parli di me o di loro 😛
cptuncino : un po’ come mater semper certa est, pater qualche volta.
Thunderblue : temo che al sud non lo sia ancora, così certo.
czedyo : ohh! lo adoro anche io!
isocci
Search: è colpa dei tagli . Per ogni parola pronunciata la società responsabile del lavoro “voce all’interfono” riceveva 15 centesimi a parola. Grazie al nuovo Governo (che non saluto) per risparmiare si è abbreviata la frase . Vista la situazione delle Borse, sono necessari nuovi tagli di qua e di là . Girano voci che anche la voce all’interfono subirà un drastico ridimensionamento: da gennaio dirà infatti solamente TIMBUCTU’ nel momento in cui passa il treno davanti alla stazione e i passeggeri dovranno scendere con mezzo in corsa. Chi ce la fa bene , chi non ce la fa cacchi suoi.
BStevens
mmmh… dubbio pertinente, perbacco! ho una cara amica di udine che si chiama daniela e fa di frequente milano-laggiù. mic vi siete messe d’accordo? no perchè l’altro giorno mi riferiva la medesima riflessione!!! ; )
anonimo
secondo me occorrerebbe ritornare ai “treni a vapore”, quelli cantati dalla Mannoia e dal maestro Ivano Fossati
Vi.
searching
isocci : dillo a me, con tutto quel che viaggio. ma scendere in corsa no, devo cambiare un trolley alla settimana.
BStevens : e magari siam pure state compagne di treno 🙂
Vi. : e da lì il titolo.
enricogaliano
ehi, ma quanto ti è costato il biglietto per timbctù?
[e]
searching
enricogaliano : ai clienti affezionati lo regalano!