di Sara Adami
Ieri era il primo maggio, giornata a base di concertone, gita fuori porta e Festa del Lavoro. I più negativi dicono che non c’è più niente da festeggiare, che la crisi continua a colpirci gravemente e la rinascita è ancora lontana, ma la verità è che quando c’è un problema molto spesso c’è anche una soluzione. Potrebbe farne parte la Digital Economy, un punto di svolta interessante nel panorama italiano del mondo del lavoro su cui si sono confrontate le Istituzioni, le Associazioni dei Consumatori e le Aziende che hanno partecipato al forum romano IAB Events.
Dell’importanza dell’economia digitale si parla da anni, ma solo ora spuntano i numeri: in Italia ci sono circa 5 milioni di persone senza lavoro, metà disoccupati e metà inattivi, la Digital Economy potrebbe portare altri 200 mila posti solo nel nostro Paese, 1 milione e mezzo in Europa. Attualmente Internet offre lavoro a circa 100 mila persone in Italia, un terzo di quanti risultano nel Regno Unito, ma la crescita occupazionale in questo settore potrebbe essere netta se si puntasse sulla digitalizzazione e sulla formazione sia per le PMI che nelle scuole e nelle Università, creando una sorta di professionalità in quest’ambito, un’eccellenza. Ma il nuovo Governo, purtroppo, ha creato ventuno nuovi Ministri e si è dimenticato di conservare un posto per l’Economia Digitale, fondamentale nell’ottica di promozione della cultura digitale.
Il mondo è pronto al cambiamento, si calcola che tra meno di 3 anni metà della popolazione totale sarà connessa in rete, eppure la rivoluzione digitale data dall’internet economy stenta a decollare. Online advertising, e-commerce, mobile commerce, e-government e turismo offrono potenzialità che vanno sfruttate e promosse come già in altri Stati accade: l’imprenditorialità digitale viene agevolata nella burocrazia, gli investimenti delle infrastrutture sono promossi, la mobilità globale viene incentivata.
Quali opportunità fornirebbe la Digital Economy? Quali sono i motivi del blocco? Ciò che pare evidente è che questo settore in Italia avrebbe un impatto economico di almeno 10 miliardi di euro, cifra che potrebbe seriamente servire da svolta anticrisi. L’economia digitale già oggi rappresenta il 4% del Pil Mondiale, e aumentare di 200 mila i posti di lavoro nel nostro Paese porterebbe a una ripartenza.
Se ne parlerà anche al Digital Economy Forum 2013 previsto per il 9 Maggio a Venezia, ricordando i punti di forza su cui basarsi: in Italia metà della popolazione utilizza Internet, i social network sono in continua crescita, l’attività mobile è tra le più alte al mondo e anche la Web Tv sta crescendo. Insomma, la popolazione è pronta e preparata all’innovazione digitale eppure le PMI dell’e-commerce rappresentano meno del 4% del totale, dimostrando che questo settore potrebbe essere potenziato viste le capacità occupazionali che offre. Il potenziale è enorme, i numeri lo dimostrano, i cittadini sono pronti, il mercato anche. La parola alle Istituzioni.
Articolo originale al link: Lab13