di Sara Adami
C’era una volta un prato, che era buio anche di giorno.
Aveva fiori grigi e farfalle di gomma, ma era senza terra da poter coltivare.
C’era una volta una bambina, con i capelli legati da un nastro di desideri.
Nessuno le aveva insegnato a pedalare senza rotelle, nessuno le aveva insegnato a colorare i suoi sogni, nessuno le aveva raccontato che, spesso, quando ami devi essere amato, e quindi felice. Nessuno le aveva insegnato ad essere amata.
Faceva tutto come poteva, come sperava andasse fatto.
Una notte la bambina corse fino al prato, lasciò che le sue lacrime gocciassero sull’erba e sognò che, all’alba, la gente le avrebbe chiamate rugiada. Così, forse, si sarebbe sentita amata.
C’era una volta un prato, che scolorava i desideri e annodava il cuore.
C’era una volta una bambina, che era buia anche di giorno.
momyone
Noooooo, non devono esistere bambini bui anche di giorno. Ecco, dev’esser stata una eclissi.
Dovevi mettere un annuncio: “attenzione, leggete con cautela, questa favola finisce male-malissimo”. (però è bella)
searching
momy : hai ragione.
se la rileggo io stessa mi rimetto a piangere.
Thunderblue
Ma la bambina c’era una volta. Magari oggi c’è una donnina che riesce a splendere anche sul far della sera. Magari.
calmaapparentex
quella bimba ha inventato la rugiada
laflauta
cosa serve che io dica.
nym
a me la favola è piaciuta. e tanto pure, forse perchè i lieti fini li ho sovente trovati forzati e sotto sotto… ho sempre simpatizzato per il povero lupo di cappuccetto rosso (al nano mica racconto che il cacciatore ha ucciso il lupo e salvato cappuccetto… che a parer mio se l’era andata a cercare).
un sorriso
Nym&ilNano