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Grafene, il materiale più resistente del mondo

di Sara Adami

L’Italia è protagonista del rinnovamento nel campo del fotovoltaico: la Commissione Europea ha finanziato il progetto “Grafene” con un miliardo di euro, e il nostro paese è tra i maggiori coordinatori grazie all’apporto del Cnr, il Consiglio Nazionale delle ricerche. Luigi Ambrosio, il direttore del dipartimento di Scienze Chimiche e tecnologie dei materiali, parla dell’importanza di questo investimento oltre che per l’apporto economico anche per i ricercatori italiani e quelli degli altri paesi. La condivisione della conoscenza è un ottimo modo per raggiungere un obiettivo comune, e quindi sviluppare le applicazioni industriali avanzate con la forza del gruppo.

La ricerca lavora per trovare applicazioni a questo materiale che è sottile come un atomo ma robusto, che potrà essere utilizzato in moltissime applicazioni della nostra vita, dall’ottica all’elettronica, dalle nuove batterie ai materiali compositi. Il grafene rivoluzionerà l’elettronica del consumo grazie alla sua incredibile resistenza, grazie alla flessibilità. Aerei più leggeri e con meno impatto ambientale, cellulari pieghevoli, la tecnologia spazia in molti campi.
Nuovi materiali potranno essere prodotti dal grafene, anche nell’ambito della sintesi organiza: a parlarne è Vincenzo Palermo dell’Istituto per la sintesi e la fotoreattività. La biomedicina potrebbe produrre tessuti biologici grazie al grafene, la sua particolare composizione tanto sottile e resistente sarà fondamentale per la creazione di materiali innovativi: il suo apporto sarà paragonabile a quello scatenato dai polimeri nel secolo scorso, quando è stato scoperto e studiato per la produzione della plastica.

Al CnrNano sperano in uno sviluppo nel campo energetico. Vittorio Pellegrini manifesta la seria possibilità che le batterie al grafene durino di più, trattengano più energia e siano più veloci, e così il reticolo di carbonio potrà essere utilizzato nelle reti nanoscopiche per lo stoccaggio idrogeno, dimostrando l’efficienza del prodotto e l’alta economia.

 

Articolo originale al link: Dailye

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