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Il futuro digitale delle banche è ora

di Sara Adami

 

Negli ultimi anni le banche sono diventate sempre meno un luogo in cui recarsi a fare la fila per depositare o compiere un movimento. La tecnologia ci ha prima insegnato a usare l’home banking dal nostro computer, e poi è arrivata fino a farci gestire il conto corrente direttamente dallo smartphone. Gratis ha fatto un divertente sondaggio chiedendo agli italiani di scegliere la maggior tortura: un terzo di loro ha deciso di perdere il portafogli piuttosto che il telefono, a dimostrazione del fatto che ormai siamo abituati a compiere qualsiasi operazione con il cellulare.

Per questo motivo anche le banche si sono adeguate all’innovazione e molte di loro hanno investito per creare un maggior servizio ai propri clienti creando app dedicate con cui poter gestire quasi completamente il proprio conto corrente. Scaricare un’app da App Store o dall’Android Market è semplice e veloce, una apposita sincronizzazione tra il proprio telefono e il conto corrente vi permetterà di cominciare da subito a effettuare movimenti, bonifici, controllare il conto e persino chiedere un mutuo o acquistare azioni. Sicurezza ai massimi livelli e un cambiamento che davvero migliora la nostra vita.

L’innovazione di questo strumento è tale che ben 2 milioni di clienti di Unicredit utilizzano il canale internet, un quarto degli 8 totali. Gli sportelli self-service di questa banca, che permettono di effettuare operazioni di cassa direttamente dal bancomat, hanno dato il via al vero cambiamento. L’app ha più di 300 mila download e questo dimostra come Unicredit sia tra le prime in quanto a multicanalità.

Interessante anche il progetto di CheBanca!: da una parte questa realtà è molto attenta alla comunicazione online, ai canali multimediali e a come i loro clienti li utilizzano, dall’altra parte questo istituto di credito ha una grave mancanza. CheBanca! ha un blog chiamato CheFuturo!, ricco di contenuti e ben mantenuto, ha una vivace FanPage Facebook con 12 mila fan, insomma, riserva un’attenzione molto alta verso la community e i suoi clienti, tant’è che offre un servizio che vive prevalentemente online. Eppure, e qui la pecca, CheBanca! non ha un’app.

Tra le altre sprovviste di un servizio di mobile banking ci sono anche IWBank e IBL Banca, un’altro istituto che lavora senza filiali.

Secondo il recente studio dell’Osservatorio Osscom relativo alla comunicazione sui social media da parte delle 100 aziende top italiane, le migliori banche da questo punto di vista sono WebankIng Direct e Monte dei Paschi, prima in classifica tra gli istituti “tradizionali”. Per questa analisi sono stati presi in considerazione i tweet mensili, i post su Facebook, i video sui canali Youtube e tutti i commenti e i retweet fatti dagli utenti, in modo da analizzare sia il prodotto che viene offerto che la risposta del pubblico.

Allora se è vero che anche la Borsa viene condizionata da Twitter (l’episodio di Bill Gross parla chiaro, un suo tweet-consiglio che invitava a comprare oro in attesa delle decisioni di Draghi sui titoli ha fatto diventare una giornata in rosso in una giornata quasi positiva), è anche vero che i servizi multimediali offerti dalle banche devono essere efficienti e all’avanguardia, sicuri e innovativi. E’ necessario incentivare chi sceglie di usare gli strumenti online, creando app dedicate e curandone ogni aspetto.

I servizi offerti dalle banche che operano molto su Internet sono inferiori a quelli di chi ha filiali fisiche? No, perchè, oltre ai soliti noti vantaggi dei servizi faccia a faccia, il settore bancario è regolamentato da normative che prevedono il costante invio di fascicoli e la consegna di documenti fisici, e quindi sarebbe prematuro rinunciare del tutto alle agenzie.

Source Image : IWBank

 

Articolo originale al link: Lab13

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