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Il Giappone e l’Energia Nucleare, il Governo ci ripensa

di Sara Adami

Un passo indietro per il Giappone: il disastro dell’anno scorso a Fukushima Daiichi aveva fatto riflettere il popolo e il governo stesso a proposito dei rischi provenienti dall’energia nucleare. Se inizialmente lo Stato aveva deciso di eliminare questa fonte di energia entro i prossimi vent’anni, ecco che ora fa dietro front e ci ripensa.

Le lobby pronucleari, prima tra tutte la Federazione delle Imprese giapponesi, si sono opposte e hanno convinto il primo ministro in carica a un cambio di direzione.

Yoshihiko Noda, quindi, si sarebbe schierato dalla parte di coloro che ritengono l’eliminazione dell’energia nucleare un danno, un aumento di costi per il paese.

I ministri hanno deliberato che non ci sarà più la chiusura di tutti i reattori entro il 2030, come era stato deciso: la decisione riguardava anche la fine delle approvazioni dei progetti per nuove costruzioni di reattori.

La notizia del cambiamento di direzione ha creato sorpresa e disapprovazione da parte degli ambientalisti, dei gruppi anti-nucleari, ma non solo: il governo doveva annunciare una riduzione nell’utilizzo dell’energia nucleare e non l’abbandono, invece il Consiglio dei Ministri non ha approvato tutto il piano.

Le conferenze stampa delle compagnie partecipanti si sono susseguite, con la richiesta di lasciar perdere l’obiettivo di arrivare al 2040, ma il Consiglio è rimasto in una posizione di ambiguità.

 

Articolo originale al link: DailyEnMoveme

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