Ho parlato rapidamente al telefono con il P.rincipe, dall’estero, partito per i suoi sette giorni di ferie.
Ho sentito il cuore battere forte e preoccuparsi per le sorti di una semplice gara paesana, la mente occupata a captare quanti piu’ particolari riusciva di questa nuova disciplina a cui mi avvicino.
Ho macchiato di vino rosso la maglia bianca nuova della Benetton, ed anche le tanto desiderate scarpe.
Ho preso pioggia per delle ore passando da un chiosco all’altro e riparandomi sotto i cornicioni.
Ho bevuto molto di piu’ di quello che la mia semidieta mi avrebbe consentito, e mangiato uno strano ma buono pane duro e spiedini di carne con le mani.
Ho parlato con gente che mi tratta come se fossi di famiglia, e con altra che e’ stata meno entusiasta nel pensare che io possa esserlo.
Ho sorriso moltissimo, e mi sono persa navigando nel mare delle dolci novita’.
Ho passato un’ora con la mia bambina, in questa notte autunnale, di rientro da serate distinte con cento cose da raccontare, come se non ci vedessimo da mesi: sette lunghissime ore distanti.
Ho le rose, che stanno sfiorendo, ma tutto il resto profuma di meraviglia.
“La felicita’ e’ un modo di vedere.” Ugo Ojetti
macca
Io, invece, dormo. Me ne vergogno: sonpo pigro e svogliato. Ma in quale sagra eri? Ho idea che ci siamo incrociati qualche volta, ma non ti figuro…
Bella Domenica piovosa, eh?
Mi piace leggerti così piena di vita.
Daniele
macca
Allora eri a Cividale. Ci siamo visti, perciò. Bisognerà che ci diamo dei modi di riconoscimento…
Daniele