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L’Italia è una Repubblica fondata sul fare un buon lavoro

di Sara Adami

 

Elenco dei posti più belli in cui passare qualche ora ogni giorno:

Il divano, indiscutibile.

La spiaggia, tardo pomeriggio quando non fa più così caldo.

Il ristorante preferito mangiando il menù preferito, offerto dalla casa.

L’ufficio. Ebbene sì, l’ufficio. L’azienda per cui lavorate, la scrivania a cui siedete, l’impresa di cui siete dipendenti. Il lavoro rappresenta almeno un terzo della vita di chi ce l’ha (e un augurio speciale a chi lo sta cercando), entrando di diritto nella classifica delle cose più importanti della nostra vita. Fare un bel lavoro, che vi piace, per qualcuno che vi sa comprendere e stimolare sembra essere il vero elisir della felicità, lo ha detto anche Benigni l’altra sera nell’omaggio televisivo dedicato alla Costituzione su Raiuno.

C’è chi prova a determinare le regole non scritte delle relazioni lavorative: è il questionario Trust Index del Great Place to Work Institute (la versione italiana è qui), e delinea le cinque dimensioni che rendono più o meno buona una realtà lavorativa. Credibilità, Rispetto, Equità, Orgoglio e Cameratismo, un mix di fiducia del dipendente verso la classe dirigenziale e analisi del rapporto con i colleghi e con l’azienda. 59 quesiti, 6000 aziende che ogni anno partecipano al Best Workplaces nel mondo, con interviste a 11 milioni di persone coinvolte.

Ma guardiamo cosa succede in casa nostra. In Italia quest’anno ci sono state 98 aziende partecipanti, 21 mila dipendenti coinvolti nell’iniziativa e alcune riconferme. Ai vertici della classifica nazionale resta Microsoft, che da dieci anni raggiunge questo obiettivo come azienda con più di 500 dipendenti. Tetra Pak, Unieuro e Ikea sono tra i primi dieci posti, Cisco, Mars, Pepsico, Loacker e Kellog sono in vetta nel confronto tra le “Small and Medium Enterprises”, quelle con meno di 500 dipendenti. Insomma, in Italia si beve e si mangia volentieri, è una riconferma.

In queste aziende l’organizzazione del lavoro, la flessibilità, l’attenzione alle esigenze personali e la responsabilità dei singoli sono a livello altissimo, motivo per cui sono state premiate. Non si valuta il loro fatturato, il management che le rappresenta o la loro quotazione, in questo studio si parla di qualità. La credibilità dell’impresa supera la crisi e la recessione e si impone sui costi e sui guadagni, mettendo al primo posto il benessere umano dei suoi collaboratori.

Questo passo avanti nel mondo del lavoro e sociale ci piace moltissimo. Ci piace così tanto che anche noi vogliamo raccontarvi quello che succede qui a Lab13, ai nostri dipendenti, ai collaboratori, al lavoro che facciamo e al come lo facciamo, in modo che possiate toccare con mano quanto sia fondamentale la qualità dell’ambiente di lavoro anche per noi.

Durante il 2012, ad esempio, le nostre forze si sono concentrate su Rock Pitch, uno strumento che aiuta a creare delle presentazioni, dalle linee guida teoriche a quelle pratiche. Pensato per chi ha un grande progetto in mente (come, ma non necessariamente, una startup) ma non sa come far arrivare nel modo più efficace l’idea fino ai business angel, gli investitori, Rock Pitch è stato al centro delle nostre giornate per mesi: questo è l’esempio perfetto di come si lavora in Lab13, dove le idee di partner e collaboratori hanno lo stesso valore grazie all’arricchimento che portano vicendevolmente, dove esperienza fa rima con intuizione, sfida con soluzione. E nella vostra azienda, che clima si respira?

Da noi si respira aria di festa, anche quando non è Natale.

Ma siccome il Natale è arrivato: Auguri di Buone Feste, e buoni progetti a tutti voi.

 

Articolo originale al link: Lab13

 

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