di Sara Adami
L’adolescente del piano terra non conosce le buone maniere. Ogni volta che esce sbatte la porta talmente forte che la palazzina trema. Anche ogni volta che suona il flauto fa tremare la palazzina, ma questa è un’altra storia. Il vicino di casa, dicevo. Siccome è così giovane, però, sono quasi certa che si tratti del classico caso di educazione mancante nella vita offline tanto quanto in quella online. Per celebrare la gentilezza in rete, invece, il 13 novembre si è tenuta la giornata mondiale dedicata alle buone maniere, un appuntamento promosso anche da diverse città con iniziative dedicate.
Più pazienza e rispetto per tutti: l’obiettivo è partire dalla rete per arrivare a ogni aspetto della vita, decantarne i pregi e distribuire gentilezza come caramelle. Non so in quale momento tutto è cambiato, ma ricordo gli anni dei newsgroup, quelli in cui applicare la netiquette (il codice di comportamento di un ambiente online) era un compito affidato alle persone presenti più fidate e se ti scappava uno smile eri fregato. In quel tempo eri accettato dalla comunità virtuale solo se ti adoperavi a rispettare ogni regola scritta, altrimenti il branco ti lasciava indietro, ti abbandonava (anche se eri nascosto dall’anonimato).
Cosa succede oggi? Mi capita di notare che chi più urla più viene rispettato e questo perchè ora la netiquette non esiste più, perchè ora chi è fuori luogo riceve consensi. Non c’è più un regolamento che tutti seguiamo sui social network, non ci sono limitazioni da tener presente in rete: oggi ci sono solo il senso del pudore e della giustizia di ognuno di noi, e spesso non combaciano. Ci manca una specie di galateo 2.0, una serie di limitazioni stabilite dal Ministero Delle Cose Che Vanno Fatte di cui io oggi vorrei essere una umile servitrice e per questo ciao, beccatevi queste.
– Il linguaggio. Su internet, in chat, via mail non si scrive in maiuscolo, perchè farlo significa urlare. E’ importante usare le regole fondamentali della lingua, la grammatica e l’ortografia, e, se si sta citando qualcuno, è obbligatorio inserire la fonte.
– Come rispondere. Riflettere. Ancora. Prima di cogliere una provocazione e scatenare l’inferno (soprattutto se parliamo di troll) è sempre meglio valutare e ponderare ogni parola. Come faccio io? Ho smesso totalmente di rispondere, da anni. Sapete qual è il risultato? Nessuno ha più alcun motivo per attaccarmi.
– Le e-mail. Soprattutto se si tratta di lavoro evitare di essere arroganti, di rispondere mettendo in copia tutta la palazzina e di abusare delle mailing list, soprattutto con gli indirizzi aperti.
– Social. I tag: se non c’è la mia faccia ma solo un albero di natale/uovo di pasqua allora non lo fare. Le catene di Sant’Antonio: ogni volta che ne pubblichi una un angioletto perde le ali.
– Gli smile. Pare che abbiano stancato. Procedete all’estinzione.
Tutto chiaro? Combattiamo la maleducazione! Zero tolleranza per le cafonate, evviva il bon ton.
Source Image: Kidsemail
Articolo originale al link: Magellano