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Sui rapporti a due

Ho incontrato una vecchia amica, ho bevuto un aperitivo mentre lei trangugiava olive e pizzette, saziandosi dei miei consigli (che poi io odio dare i consigli, perche’ i consigli presumono esperienza, saccenza e responsabilita’ nel convincere qualcuno che il nostro modo di vedere e vivere e’ migliore del suo) e verso sera me ne sono tornata alle mie giornaliere difficolta’.

Be’, insomma: da cinque anni la esorto a guardarsi dentro, ad imparare a sorridere di se stessa, a riflettere sul fatto che il mondo e’ pieno di possibili compagni (la sindrome del *ho paura di restar sola* e’ drammaticamente diffusa), e non per forza deve tenersene uno che le e’ arrivato tra le braccia sette anni fa, se non la rende felice da sei anni e undici mesi. Ma lei, giovane e spaventata, preferisce il mal conosciuto all’incertezza dell’ignoto.

Mi sparava decine di aneddoti esilaranti/raccapriccianti sulla loro vita di coppia, io replicavo con faccioni e risate e preoccupazioni, consapevole dell’inutilita’ delle mie parole.

Evidente che *giudicare* una storia non nostra e’ piu’ facile del riuscire ad essere altrettanto lucidi rispetto a qualcosa che ci riguarda direttamente (e qui faccio pubblica confessione nel dichiarare di essere calzolaio con scarpe rotte, pizzaiolo con figlia margherita, dispensatrice di consigli con vita da sistemare), pero’, maledizione, “non ci vediamo per una settimana perche’ preferisco stare a casa con mia madre la sera” oppure “lo so che il tuo compleanno pero’ oggi ho lavorato ben quattro ore e sono molto stanco” o ancora “mica mi starai chiedendo di cominciare a sentirci due volte al giorno?” proprio non va, ne converrete.

Stremata dall’ovvieta’ dei miei preconcetti e dalla banalita’ delle mie conclusioni, ho ripedalato fino a casa con la consapevolezza di ritrovarla, tra qualche mese o anno, incastrata nell’unico destino che e’ in grado di scegliersi. (e io? e voi???)

E, cercando le chiavi del garage, mi sono ritrovata con una domanda in tasca: cosa ci fa arrendere davanti alle nostre piu’ forti volonta’, cosa ci rende incapaci di pretendere dalla vita il raggiungimento di situazioni di coppia ottimali, di quelle in cui ci si sente felici piu’ di una volta ogni sette anni, di quelle in cui abbracci la mano a qualcuno e ti senti chiedere “sapresti dire se e’ mio o tuo il cuore che sta pulsando in questo nostro stringerci?”?

33 Comments

  1. strahad

    28 Settembre 2006 at 16:14

    La risposta, per come la vedo io, è semplice in modo disarmante.
    C’era una frase che girava un po’ di tempo fa:”Tutti si cercano, pochi si trovano, molti si accontentano”.
    E il succo è proprio quello.
    Siamo incastrati in meccanismi giornalieri che fanno paura, anche se non ce ne rendiamo conto spesso.
    Ma la paura, se la si divide con qualcuno, fa meno paura (se mi si passa il gioco di parole).
    E se anche questo qualcuno non è come lo vogliamo, non fa quello che ci aspettiamo, semplicemente ‘non è’, il suo effetto di ‘acchippasogni’ ci è intorno e ci protegge dall’idea di:”Non voglio essere solo, non un altro anno”.
    E’ umano, è legittimo e per certi versi è anche giusto.
    Almeno fino a quando non ci troviamo, troppo spesso, a chiederci se la paura non sta inaridendo anche i nostri sogni.
    E quelli no eh.
    Quelli devono sempre e comunque volare.
    Anche se con ali di cartone.

  2. Alchemyst

    28 Settembre 2006 at 16:51

    Non ci sono mai consigli da seguire, in amore, ma solo sogni. Quei sogni che ti portano a stringere il cuore in una mano e non sapere più se è il tuo o il suo. Quei sogni di una vita in cui non ci si rende felici una volta ogni sette anni, ma in cui la vita stessa è felicità ed è nella mano che stringi.
    Spesso quei sogni rimangono sogni, ma a volte quell’attimo arriva. Arriva davvero l’istante in cui non distingui più il tuo battito dal suo, il tuo respiro dal tuo, in cui la tua vita è la sua e la sua vive in te. Non ci sono più incastri o paure. Non ci sono più confortanti abitudini da sopportare nel timore di restare soli, ma solo la promessa di un’eternità da vivere in due in una vita sola.
    La tua amica dovrebbe prendere un po’ esempio da te e forse, in quel searching che ti da il nome, anche lei potrebbe trovare la forza di non arrendersi nell’inseguire il suo sogno, di non arrendersi davanti alle sue più forti volontà.

  3. DaisyTheCat

    28 Settembre 2006 at 21:34

    Hai scritto cose molto sensate. Lo dice una accusata da tutti di vedranite cronica, ma che in realtà banalmente crede nel meglio soli che male accompagnati.
    Più che vedrana, credo di essere un’inguaribile romanticona: gira che ti gira, quella vecchia idea del principe azzurro non era tanto male. Non nell’accezione dell’uomo perfetto “alto-biondo-ricco-simpatico”, ma in quella di “quello giusto”.
    Scendere a compromessi di convivenza nel quotidiano è una cosa, accontentarsi di uno qualsiasi “basta avere un uomo” mi ha sempre dato un profondo senso di tristezza…

  4. DaisyTheCat

    28 Settembre 2006 at 21:35

    PS Mi piace proprio il modo in cui scrivi…

  5. searching

    29 Settembre 2006 at 11:01

    strahad : checche’ tu ne dica… io lo trovo disarmantemente ingiusto, invece. voglio ali di farfalla e sogni di rugiada, voglio non aver paura e raccontare alla gente che l’importante e’ saper star bene con se stessi, prima di tutto.

    Alchemyst : non e’ che posso continuare a risponderti dicendo che “ti adoro”, eh? puoi scrivermi dei commenti meno giusti a cui dare contro, per favore? litighiamo un po’?!

    DaisyTheCat : anche io sono per l’uomo vecchio stile. di quelli che ti lascian mazzi di fiori dove e quando meno te lo aspetti. di quelli che ti rispettano davvero e sanno guardarti come va guardata una donna. di quelli che ti fanno sentire ogni giorno la voglia di essere felice per la scelta che hai fatto, la voglia di condividere la cosa piu’ preziosa che hai, la vita. ps: grazie mille, davvero.

  6. mariatn

    29 Settembre 2006 at 11:47

    Io ci sono stata 7 anni con uno più o meno così. Uno sfinimento (questo però lo dico adesso, ma forse anche allora). Poi ho detto basta, con enormi sofferenze e sensi di colpa.
    Quando ho incontrato maritotn in pochissimo tempo ho capito che era quello giusto per davvero (lo so, botta di culo).

  7. strahad

    29 Settembre 2006 at 12:20

    A volte, e dico a volte, noi stessi facciamo fatica a sopportarci.
    E cerchiamo qualcuno che ci dia una mano.
    Ma quella è una prigione.
    Dorata forse. Con sbarre d’argento persino.
    Ma è un luogo in cui ci lasciamo richiudere per paura di guardare cosa c’è oltre la porta.
    Nessuno la merita, quella prigione.

  8. LetterePerTe

    29 Settembre 2006 at 12:30

    Credo che sia la paura d’essere amati per come meritiamo d’essere amati.
    Sembra quasi un controsenso … ma prova a pensare a quanto “poco ci meriteremmo una vita felice! … noi che non siamo diventati ciò che gli altri volevano e quindi non degni di essere “felici”!
    Teniamoci quello che ci fa sentire all’altezza dei nostri sensi di colpa …. non abbandoniamo lo schema di una vita nella quale dobbiamo sempre lottare per sentirci sereni.”
    Vuoi mettere, Search?
    Una vita così con una nella quale ci abbandoniamo a ricevere e a dare l’amore che ci fa sentire vivi ed importanti?
    Vuoi mettere?

    C’é chi storpia la parola pretesa con la parola perfezione… e ne va quindi alla ricerca. Ma non troverà mai pace.
    Io credo che l’unica pretesa importante da imporre a noi, e solo, a noi stessi sia quella di voler stare bene.
    E quando si sta bene con una persona senza ricercare la perfezione … beh … forse quello é il modo per non smettere mai di chiedersi quale sia dei due il cuore a pulsare nell’abbraccio.

    Un bacione

  9. criptica

    29 Settembre 2006 at 12:55

    Giuro, mi è sembrato di leggere la rubrica di Carrie Bradshaw.

    E’ un complimento, eh.
    Io AMO Sex and the City.

    Sui contenuti, ho quelle opinioni tipiche e un po’ (parecchio anzichenò) banali che da anni mi tengo dentro e non esterno per evitare qualche sassaiola.

  10. searching

    29 Settembre 2006 at 14:47

    mariatn : pare che quella della crisi del settimo anno non sia un’invenzione, eh?! e son certa che quando hai incontrato maritotn i sensi di colpa sono improvvisamente “pufff” spariti.

    strahad : ho sempre cercato di imparare ad andare d’accordo con me stessa, grazie a dio. ma troppi non sanno farlo.

    LetterePerTe : io so cosa voglio, ed anche tu lo sai. e non e’ un bisogno di perfezione, il mio, ma una ricerca per raggiungere il punto in cui diro’ “ohh, e’ qui che voglio stare”.

    criptica : se te lo dico ora forse non mi crederai. mentre rileggevo il post prima di metterlo online ho avuto la tua stessa impressione, la sensazione di leggere un articolo di Carrie. ma poi mi son detta che, visto che non ho la minima speranza di essere perfettamente gnocca come lei, mi sta molto bene anche solo somigliarne in un post. per la cronaca, anche io amo Sex and the City. pero’… le tue opinioni?

  11. 06yukiko

    29 Settembre 2006 at 14:53

    forse in quel rapporto ci sono troppe poche pizzette.
    (yukiko, che in fondo ci ha messo solo 4 anni per disfarsi del vile).

  12. macca

    29 Settembre 2006 at 14:56

    Ci son passato io, e mille volte l’ho sentita, ‘sta storia. L’unica cosa da fare è sbatterci il naso: quando sanguina, allora ti svegli. Senza cattiveria, nè nei confronti della tua amica, nè di te. Potremmo discuterne per ore, ma , alla fine, solo Lei potrà e dovrà capire che bisogna rischiare un minimo, per raggiungere quel pò di felicità che tutti meritiamo (e dico proprio TUTTI).
    Daniele
    (Ok, torno a scrivere di politica, che è meglio…:-)

  13. citofonaregiusy

    29 Settembre 2006 at 15:17

    oh no no no no non ci siamo

    allora prima cosa devi nutrire il tuo IO con tanta di quella ciccia che deve diventare più grande degli IO degli altri (eccheccacchio, mica ci si deve far mettere i piedi in testa e neanche l’IO sotto le scarpe)

    poi, devi essere tu la prima a fare cose belle per te stessa. regali attenzioni gesti belle cose belle persone cose che ti divertono cose che ti fanno bene cose che ti danno piacere, tutto è valido

    a quel punto, sarai così contenta di te stessa che gli altri non oseranno non amarti puramente e semplicemente per come sei

    e adesso basta che ste robe serie mi fanno venire la filossera eh?

    laGiusy

  14. LetterePerTe

    29 Settembre 2006 at 15:19

    Search, non erano rivolte a te le parole sulla perfezione :o) … ‘sti argomenti mi ‘ciàpano (prendono) ;o) … e prendo il via!
    Io come te, sai?
    “Ohh … é qui che voglio stare!” … si … esattamente e semplicemente così :o)
    Questo é tutto quello che so di volere.
    Un abbraccio forte

  15. anonimo

    29 Settembre 2006 at 16:39

    Ho netta l’impressione che tu stia crescendo. Si. Credo di si. Anche se e’ meglio non perdere l’occasione per essere bambina. Ogni tanto. Essere bambina aiuta a crescere. E’ bello sapere che il mondo e’ salvo. Saperlo da te, intendo. Buon week end, bambina. La felicita’ e’ in agguato. Non scansarti quando arriva.

  16. kecuore

    29 Settembre 2006 at 20:19

    uuuuuuuuuuuu che situazione nota… ci vuole coraggio per non arrendersi…. per cercare fino allo sfinimento quella mano, quel battito in grado di confondersi col nostro….

    ti abbraccio
    K.

  17. acquaforte

    29 Settembre 2006 at 23:16

    Condivido quel che dice LaGiusy…

    Mmmmhh… a volte forse è semplicemente una questione di fragile autostima… di quella profonda, intendo. Non parlo di quella che tutti sappiamo ostentare alla grande… ma di quella che è la nostra intima unità di misura per le cose.
    Un bacio!

  18. Zaccaria

    30 Settembre 2006 at 10:07

    Uno pensa all’amore come a qualcosa di uimmutabile. Perché non valuta quanto possa evovelversi o semplicemente cambiare nel corso del tempo.
    Il finale del tuo post alla fin fine lo trovo fuorviante. L’obiettivo non è avere un unico cuore ma due cuori che si scelgono. Altrimenti entrano in gioco fattori proiettivi e più egoistici di quello che si può credere.
    In ogni caso se è vero che le frasi che hai menzionato sono agghiaccianti il vero limite è la paura di stare da soli.

  19. maddyaff

    30 Settembre 2006 at 11:46

    è la Paura…paura dell’inadeguatezza, della sofferenza, della delusione…è la fottutissima Paura…

  20. PAPPINA

    30 Settembre 2006 at 12:40

    Credo sia una questone di ruttini. O meglio, di routine. Di riti. Per raccontarsi che, essendo così morti, non possiamo morire più.

    Amen.

  21. lectrice

    30 Settembre 2006 at 17:02

    E io vorrei commentare…solo che mi viene il magone 🙁

  22. vodkalemon

    1 Ottobre 2006 at 12:04

    perchè spesso, ahimè, ahinoi, piuttosto è meglio che niente.

  23. acquaforte

    1 Ottobre 2006 at 17:44

    E poi mi piace tantissimo il tuo modo di scrivere… adoro come racconti e parli di ciò che vivi…

  24. LaToby

    2 Ottobre 2006 at 09:15

    tanto vecchio quanto il mondo, ma pur sempre vero. meglio soli che male accompagnati!
    devo chiedere alla giusy se mi sa consigliare qualche fertilizzante per l’ego…il mio in questo periodo fa molta fatica a crescere!

  25. anonimo

    2 Ottobre 2006 at 09:22

    E cosa sara’ che all’improvviso ti azzanna i polpacci e non ti molla per ore. A volte per giorni?
    The answer my friend, is blowing in the wind. The answer is blowing in the wind.
    Troverai tutte le risposte ma ora e’ importante che tu continui a farti domande. Un po’ per vivere e un po’ per non morire, come cantava madama Butterfly. E siamo nel primo caldo, terribile ottobre. Ma i settembrini resistono nei campi.

  26. anonimo

    2 Ottobre 2006 at 10:22

    La paura che non sia reale un amore cosi’, che esista solo nelle nostre fantasie, che qualunque amore dopo un mese si trasformi in un’ interminabile abitudine, la paura di passare la vita a cercare qualcosa che non puo’ esistere. La paura insomma. e se la superassimo una buona volta?

  27. laflauta

    2 Ottobre 2006 at 11:29

    Al solito, le nostre vite si rispecchiano. Sabato sera sfogavo tutto il mio crudele cinismo sulla mia storica allieva legata all’uomo più stronzo della terra. Potrei scriverne un post tragicomico sulle frasi che da quattro anni sento, e su come ho tentato di aprirle gli occhi invano. Tipo, passare da domestica invece che compagna, perchè lui dice “sennò la mia ex non mi da il divorzio”. Per dirne una.

    Aver paura di stare soli? E’ che in realtà, siamo già soli. E’ solo paura di ammetterlo.

    Sul principe azzurro, consentimi di non commentare, va.

  28. searching

    2 Ottobre 2006 at 11:32

    06yukiko : uhhh ce ne ho messo anche io quasi quattro a disfarsi da exconvivente 🙂

    macca : lo sai che ooooodio quando scrivi di politica 😛

    citofonaregiusy : nel week end ho comperato cose e cose e cose. ho sfamato per bene l’autostima ed oggi mi sento ingrassata. lo sai che mi piaci filosserrima?

    LetterePerTe : eh ma loso lo sso, t’avevo capita…

    utente (poco) anonimo : io non mi scansero’ dalla felicita’ solo se tu ti scanserai dai malanni. invece di giocare a fare i bambini giochiamo al dottore. cioe’… ehm… mi hai capito.

    kecuore : coraggio, esatto. e’ il coraggio, che dovrebbero insegnare a scuola.

    acquaforte : autostima. mmm. sai che hai ragione?

    Zaccaria : quel che a me piacerebbe sapere, come a milioni di altre persone, e’ se stando su un’isola deserta da soli due persone continuerebbe ad amarsi allo stesso modo oppure no. ma credo che anche in quel caso non si sarebbe vincitori rispetto ai fattori egoistici.

    maddyaff : esatto. e non esiste medicina, credo.

    PAPPINA : saro’ strana, ma io la routine l’amo. si, be’, la sana routine.

    lectrice : cosi’ non vale!!!

    lucamadeus : colpito?

    psicopigiama : mi sa che ho fatto strage…

    vodkalemon : e questa e’ la parte tristemente vera.

    caporaleReyes : essenziale e diretto.

    acquaforte : e poi ti ringrazio…!

    LaToby : l’avevo notato. ma non ti arrendere, eh!

    utente (poco) anonimo : terribile ottobreeee?! ah, be’, tristi ricordi ci legano.

    ilmaredentro: quanto hai ragione. e’ quel che dico anche io.

    laflauta : posso dirlo??? abbi fede. porco giuda, abbi fede.

  29. Loreanne

    4 Ottobre 2006 at 09:38

    Beh, sai…forse è normale avere la lucidità di guardare dall’esterno le situazioni degli amici e delle persone care…
    Più difficile, invece, guardarsi dentro con il gelo del contabile che deve fare un bilancio e fare eventualmente dei tagli e agire di conseguenza…

  30. Meowww

    9 Ottobre 2006 at 16:22

    Cosa ci fa arrendere? La paura!!! Mai rassegnarsi…

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