di Sara Adami
Per parlare di innovazione ho scelto di partire da Newton: primo perchè c’è quella storia della mela e noi qui di oggetti con le mele ce ne intendiamo, secondo perchè da un banale aneddoto questo signore ha messo in piedi i fondamenti della Meccanica, con le leggi sul Moto e sulla Gravitazione. Come dire che uno facendo merenda cambia le sorti del Mondo. Un episodio, una mente geniale e il cambiamento è già iniziato.
Ma l’innovazione che ci riguarda più da vicino parte dalle piccole cose: una tariffa migliore per lo smartphone, una briosche più buona nel bar di sempre, un’app che ci semplifica la giornata (ma anche un nuovo aggregatore di feed, vista la notizia di oggi della chiusura di Google Reader). La rivoluzione sta nelle idee delle persone che scelgono di realizzare un sogno, sta nel sogno di uno che diventa di tutti. Per questo è l’internet delle cose la base del vero cambiamento, quell’insieme di segnali che ci fanno capire che gli oggetti sono in cloud tra loro mentre noi siamo connessi agli oggetti: l’attività nasce dai nuovi comportamenti, nuove risorse dai vecchi atteggiamenti.
Sensori, chip, hardware, hacker, open source: frulla e ottieni un frigorifero che ordina il latte da solo quando l’ha finito, piante che sono in grado di riconoscere che la loro terra è secca e avvisano con un tweet, sismometri che monitorano le onde e condividono sui social i risultati. La tecnologia è pronta alla metamorfosi perchè la sua facilità ci ha contagiato, perchè è diventata meno costosa e perchè ormai ci circonda davvero. Lo sa bene anche Vint Cerf, geniale visionario che al Ted 2013 (Technology Entertainment Design) ha proposto di comunicare con gli animali (ma anche con gli alieni) tramite l’interconnessione della Rete: se le comunicazioni con le stazioni spaziali sono così immediate, se gli oranghi usano gli Ipad con facilità, perchè non usare queste tecnologie per interagire a un livello superiore? Ma il principale evento sull’innovazione mondiale non è nuovo alle idee folli e geniali che diventano realtà: nel 2005 è stato il progetto di Bono degli U2 a vincere con ONE Campaign, mentre lo scorso anno gli organizzatori hanno stupito tutti premiando La Città 2.0, una piattaforma virtuale in cui condividere le storie di innovazione reale per il futuro dei nostri centri urbani.
Il Ted, che si tiene in California e regala ben 1 milione di dollari al progetto vincente, offre la possibilità di lavorare sul cambiamento globale partendo dalle idee di chi ha una storia da raccontare: quest’anno, tra gli altri, c’era un tredicenne masai che ha costruito un sistema di prevenzione dagli attacchi dei leoni verso il suo villaggio, elettricità e cablaggi e l’innovazione è assicurata. Sergey Brin ha portato la demo con i Google Glass, due ragazzini hanno scoperto come usare dei nanotubi per trovare il Cancro al Pancreas, Stewart Brand ha studiato come rianimare le specie estinte: ognuno con un progetto calato nelle sue esigenze, ognuno con la sua idea per migliorarci.
Ecco come si affronta il cambiamento: restiamo uniti, condividiamo le nostre idee, sviluppiamole insieme, e che Papa Francesco (o chi per lui) ce la mandi buona.
Source Image: MelaMorsicata
Articolo originale al link: Lab13