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“Ti amo, forte, debole compagna” (Una Donna per amico)

[ore 00.48 a.m., splinder non funziona, la mia tastiera si]
Sento i fuochi d’artificio in lontananza, come la prima sera, soltanto pochi giorni fa, quando le sue dita erano tra le mie.
Sono andata incontro al nostro appuntamento con il cuore in gola e l’accelleratore schiacciato, lontani da sei giorni per la sua malattia: arriva stanco e con la barba lunga, il viso smagrito e poca voglia di abbracciarmi; mezzora in tutto, con un’acqua ed uno sconosciuto davanti.
Poche e distanti parole, di chi non puo’ ne sa parlare, lunghi miei sguardi probabilmente interrogatori e smarriti, e poi il temuto discorso sul sentirsi strani.
Strani ci sentiamo entrambi, e lui forse non l’ha capito, e’ tutto nuovo e ancora oscuro, pero’ vale la pena di tentare. Vale la pena per quel che e’ stato finora, per i sorrisi e le camminate, per le serate ed i giochi, vale la pena perche’ abbiamo guardato assieme che colore ha lo stare bene, e ci piaceva.
Ha detto che risolveremo la cosa in due, ed io ci conto, nonostante un altro probabile distacco di una settimana: non ci voleva, ora, perche’ rischia, o gia’ lo ha fatto, di compromettere alcune piccole stabilita’.
Ho pensato di non avere piu’ lacrime, mentre mi dirigevo tristemente verso la casa della mia bambina: lei mi ha stretto, mi ha ascoltato, ha fatto cambiare lo specchietto della mia auto rotto da mesi dal suo premuroso papa’, poi mi ha guardato, ha stretto il mio braccio e mi ha portato a mangiare un panino pieno di schifezze dentro, perche’ non voleva lasciarmi sola con quel freddo nel cuore.
Il pensarci ora, che sono passate cinque ore, mi fa piangere piu’ del rivalutare la situazione con Esse: con lui devo solo avere (la pazienza) il tempo ed il modo di parlare, con lei non devo far altro che tuffarmi in due occhi che vogliono il mio bene, ascoltarla mentre cerca di farmi sorridere, e guardarla mentre si intristisce assieme a me pensando al suo amore negato.
Voglio andare a dormire sperando che lei possa essere tutto questo per me per sempre.
"L’amicizia è la parentela più stretta." Hazret Ali

6 Comments

  1. macca

    31 Agosto 2005 at 10:10

    Ho sentito anch’io, quie fuochi. Non riuscivo a dormire. Mi piace pensare che, in qualche modo, sentissi il tuo dolore. Grazie a te, per la costante presenza da me: vorrei poter fare di più, credimi.
    Un bacio
    Daniele

  2. Frogg

    31 Agosto 2005 at 12:26

    non c’è niente di meglio di un’amica…. e di un Big Mac!
    ti abbraccio!

  3. elesole

    31 Agosto 2005 at 15:00

    Le cose si sistemano in due ti dice… ma sei sicura che lui lo voglia veramente?
    UN abbraccio

  4. anonimo

    31 Agosto 2005 at 23:47

    Miss searching, io sono orgogliso di avere una lettrice come te e dispiaciuto di non poter essere più presente. Ma sono in una settimana che augurerei al mio miglior nemico.

    Sia detto tra parentesi: non riesco a non dirti che questa tua nuova storia mi sembra comiciare con una nota quasi disperata. So pochissimo, naturalmente. Ti auguro ogni bene.

    A presto. Posso linkarti?

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