Il boom mondiale delle startup non corrisponde a un simile successo in Italia. Nel nostro paese, infatti, fare impresa è complicato da procedure costose e poco efficaci e le normative che regolano le pratiche amministrative rallentano lo sviluppo economico.
Nel “Rapporto complessivo sul fare impresa nel mondo” della World Bank scopriamo che l’Italia è passata dall’87esimo posto al 73esimo, risultato che sembra essere buono ma, se si analizzano i dati, si scopre che lo stivale resta ancora dietro ad alcuni paesi in via di sviluppo (Colombia, Ruanda e Gerogia, tra le altre). Se è vero che il Botswana appare al posto n. 59 di questa classifica, è anche vero che ci si deve domandare cosa fare per migliorare. Alcuni passi in avanti, ad esempio, sono stati fatti grazie alla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica.
La Banca Mondiale ha prodotto anche lo studio “Doing Business in Italia 2013”, presentato a Roma pochi giorni fa: i progressi delle città italiane sono diffusi ma l’eccellenza pare ancora distante se si valutano i cinque parametri che sono stati presi in esame per fare questa valutazione, ossia semplicità nell’avviare una attività, tempi e procedure nel mercato immobiliare, trasferimento di una proprietà, risoluzione di una disputa commerciale e sviluppo del commercio attraverso le frontiere.
Tredici città italiane analizzate in uno studio che dimostra risultati soddisfacenti o quanto meno in fase di miglioramento: Campobasso, Roma, Potenza, Torino, queste sono le città che spiccano tra quelle presenti nel rapporto. Differenze sostanziali si riscontrano tra le varie città esaminate, ma l’ottimismo è forte e c’è una forte consapevolezza negli obiettivi e nella volontà di attuarli al più presto.
Il governo sta lavorando per migliorare la velocizzazione delle tempistiche nelle dispute commerciali grazie anche ai processi telematici, ottimizzando i servizi e alzando il livello della concorrenza. Meno imposizioni fiscali, meno ritardi nei capitali umani e nella giustizia, e l’Italia potrà essere all’altezza dei livelli mondiali.
Crescita e riforme saranno la chiave del miglioramento.
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