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Africa, le energie rinnovabili costano troppo per le aree rurali

di Sara Adami

Il rapporto “Energie rinnovabili in Africa” dell’Unione Europea parla chiaro: sarà la parte a sud del Sahara a poter utilizzare per prima questo tipo di energia, e non le zone nord del continente. In quelle zone, infatti, ci sono meno infrastrutture e più combustili fossili, due causali che rendono meno costoso l’avvicinamento alle energie verdi.

A Bruxelles si sono ritrovati i maggiori esponenti del settore per discutere delle Giornate Europee dello sviluppo: avvicinare le comunità rurali alle mini fattorie del vento è possibile, così come ad altre fonti eoliche. Il fotovoltaico è ancora troppo costoso rispetto al carbone e al petrolio, che naturalmente si trovano in quelle zone. Per queste piccole comunità del nord è più facile rifornirsi tramite un generatore con alimentazione diesel, in quanto a spesa, di quanto lo è per quelle delle sud.

Una delle soluzioni è quella di creare collegamenti con reti integrate per trasmettere energia tra le due parti dell’Africa. Dal Regno Unito arrivano idee e progetti dal Dipartimento di Energia e dal Ministero, diretti al Kenya: sfruttare le fonti geotermiche (lago Turkana) e crescere economicamente, grazie alla partecipazione delle aziende inglesi.

Ci vogliono investimenti, progetti stabili e fasi di sviluppo controllate per permettere a questa popolazione, che ora è rifornita di energia elettrica solo nel 30 per cento del paese, di autoalimentarsi e produrre energia anche per i paesi vicini.

Forte attenzione al clima e alle sue variazioni sensibili, così come anche alla siccità tipica di queste terre, ma un grande progetto di rinnovamento per l’Africa.

 

Articolo originale al link: DailyEnMoveme

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